Barcarello, dissequestrato ex lido Playa Bonita Il proprietario: «Finisce un incubo durato anni»

«Finalmente ci siamo riusciti». Questo il commento a caldo di Lorenzo Di Domenico, l’imprenditore palermitano che nel 2006 aveva inaugurato sul lungomare di Barcarello lo stabilimento balneare Playa Bonita, oggi ufficialmente dissequestrato dal gip per permettergli di smantellare l’intera struttura.

La vicenda si trascina ormai da anni, da quando nel 2014 scattano i primi sigilli per abusivismo, anche se il proprietario dichiara con forza di aver avuto sempre tutte le concessioni e i permessi necessari per il suo lido. «È andato tutto bene fino a quando non ho ricevuto una strana visita, mentre ero alle prese con una manutenzione straordinaria nel lido – raccontava solo una settimana fa a MeridioNews -. Un architetto ben vestito, che curiosava in giro, fino a quando non si è avvicinato e mi ha detto che lo stabilimento non avrebbe dovuto essere ancora aperto». A pochi giorni di distanza ecco arrivare puntuale la comunicazione del sequestro.

Il secondo, di natura preventiva, scatta invece quattro anni dopo, un paio di settimane fa. Il sito è ritenuto pericoloso da municipale e capitaneria di porto, che sigillano l’intera aerea, potenzialmente dannosa per le persone e per l’ambiente, perché in stato di abbandono e deterioramento costante dall’epoca della prima chiusura. «Non ho una scadenza in realtà, ma sono già sul posto in questo momento con i vigili urbani per coordinare il tutto – spiega Di Domenico -. Dopo le feste ho intenzione di cominciare lo smontaggio, chiaramente a mie spese. Vedrò di fare il prima possibile. Comunque, oltre al danno la beffa», commenta con amarezza, alludendo al fatto di aver continuato comunque a pagare il suolo pubblico negli ultimi quattro anni, nonostante non potesse di fatto recuperare né demolire la struttura.

«Per quattro anni mi hanno ripetuto che dovevo aspettare i tempi burocratici della magistratura. Mi conveniva fare togliere i sigilli, ma non potevo, c’ho rimesso un sacco di soldi, per questo non voglio più investire nulla in questo città e andare via», diceva sempre Di Domenico. Adesso finalmente la situazione sembra avviarsi definitivamente verso la conclusione. «Conserverò il materiale in un mio capannone, di cui potrò fare nuovamente uso quando saranno tolti una volta e per tutte i sigilli. È davvero la fine di un incubo durato per anni».

Silvia Buffa

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