Il barcone naufragato lunedì 7 ottobre è stato individuato ad una sessantina di metri di profondità, a sei miglia a sud di Lampedusa. Almeno 12 i corpi individuati dai sommozzatori della Guardia Costiera, tra cui una giovane donna e un piccolo bimbo. I prossimi giorni saranno effettuate le operazioni di recupero da parte della Guardia Costiera. È possibile vi siano anche altri corpi nelle vicinanze del barcone. I cadaveri – che si aggiungono alle 13 vittime già accertate – sono stati individuati da un robot subacqueo della Guardia Costiera che da giorni perlustrava la zona.
Intanto oggi circa 180 migranti a bordo di un barcone sono stati soccorsi a 32 miglia da Lampedusa, in acque Sar maltesi, da motovedette italiane della Guardia costiera e della Guardia di finanza che sono ora in attesa di un place of safety, un porto sicuro dove sbarcare.
All’alba di oggi, con chiamata da telefono satellitare e successivo avvistamento da parte di un mezzo aereo di EunavforMed, è stata segnalata alla Centrale Operativa delle Guardia Costiera di Roma la presenza di un barcone in difficoltà con circa 180 persone a bordo a 35 miglia nautiche a sud-ovest di Lampedusa, in area Sar maltese.
La centrale – informa la Guardia costiera – ha subito informato l’Autorità maltese che, assumendo il coordinamento dell’operazione di ricerca e soccorso, ha richiesto la collaborazione all’Italia, che ha inviato sul posto due motovedette della Guardia Costiera e una della Guardia di Finanza. Le tre motovedette hanno raggiunto il barcone, «in precarie condizioni di galleggiabilità» ed hanno proceduto al trasbordo dei migranti.
Attualmente sono in navigazione verso La Valletta in attesa dell’individuazione del Pos (place of safety) «da parte delle competenti autorità maltesi».
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