Un patrimonio da capogiro di circa tre milioni e mezzo di euro, due attività commerciali «bellissime, molto lussuose» – come le definisce il dirigente del reparto Anticrimine Ferdinando Buceti – un giro sospetto di 32 compravendite di vetture di lusso e un uomo «orbitante nell’area» del clan Cappello. Il bar Castello 2 e il Caffè Diaz, entrambi in via Armando Diaz a Nesima, secondo la polizia sono controllati in modo occulto da Gaetano Nobile, «soggetto pericoloso e particolarmente spocchioso» sempre secondo Buceti, imparentato con la famosa cosca catanese attraverso gli zii Sebastiano e Aurelio Balbo. L’uomo, che nonostante abbia 31 anni vanterebbe un curriculum criminale di tutto rispetto, ha alle spalle alcune condanne definitive, tra l’altro, per furto aggravato, rapina aggravata, sequestro di persona, evasione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Sarebbe lui, per gli investigatori, il vero proprietario dei locali che sono stati sequestrati ieri dalle forze dell’ordine. Il Castello 2 – che, nonostante il nome, non risulterebbe collegato al più noto bar Castello di via Leucatia – sarebbe intestato alla società Sean srl, di cui sono titolari Antonella Chisari ed Evelyn Nobile, rispettivamente moglie e sorella di Gaetano Nobile. A un’altra presunta «testa di legno», Antonio Ingrassia, sarebbero invece riferibili il bar Diaz e il tabacchi all’interno. Ad attirare su Nobile le attenzioni degli investigatori, oltre ai precedenti penali, un episodio particolare che, secondo i funzionari, denota «da un lato la particolare disponibilità di denaro del soggetto e, dall’altro la sua sfacciataggine»: l’inaugurazione del bar Diaz salutata con l’esplosione di fuochi d’artificio e un festeggiamento in pompa magna.
«Dopo averne ristrutturato i locali in maniera egregia, senza badare a spese – afferma il capo dell’Anticrimine – l’uomo ha voluto fare le cose in grande, solo che noi, in seguito abbiamo fatto un vero e proprio sequestro col botto», aggiunge ironico. «Pur non essendo formalmente titolare del bene – conclude – si è fatto anche intervistare dalle tv locali». Secondo gli inquirenti, il flusso di denaro sarebbe provenuto da attività illecite e successivamente sarebbe stato «riutilizzato da Nobile».
Tra le attività sospette anche l’acquisto e la vendita, in soli tre anni (dal 2013 al 2016), di automobili e scooter, sia da parte sua che della sorella e della moglie. «Abbiamo registrato 32 operazioni di acquisto e vendita di autoveicoli che spesso denotano una perdita – spiega la polizia – che ci hanno insospettito e fanno supporre riciclo di denaro sporco». Tra quelle sequestrate dal tribunale ci sono una Porsche Macan S, una Mercedes GLA 220, una Mercedes B-200 CDI, una Smart City-Coupè, un autocarro Mercedes 166 e una Vespa 125. Ma anche compravendite, affitti, cessioni e passaggi di proprietà che «hanno fatto di tutto per dissimulare la riconducibilità dei beni alla persona di Nobile», scrivono gli inquirenti in una nota.
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