Occhio alla frutta tropicale che finisce sulle vostre tavole. Perché, anche in questo settore un tempo considerato di nicchia, si annidano gli affari dei gruppi criminali. Il caso più recente in provincia di Catania riguarda un furto di circa 400 chilogrammi di mango. Il prezioso carico è stato trafugato a Ferragosto, in un campo nel territorio di Calatabiano di proprietà dell’azienda Tropical Fruit. Il copione è sempre lo stesso: i ladri individuano l’area, tagliano la rete e iniziano a raccogliere cercando di fare più in fretta possibile. A terra, a lavoro ultimato, rimane solo qualche mango abbandonato.
Il resto finirà, in ordine sparso e senza documenti per indicarne la tracciabilità, nei mercati rionali o negli espositori di qualche ambulante ai lati delle strade. Il triangolo tropicale maggiormente colpito è quello di Acireale, Giarre e Fiumefreddo. Cioè quello dove si concentrano le principali colture e che nel 2017 ha sfiorato i 20mila chili di merce rubata. L’ultimo imprenditore interessato da un furto è Concetto Puglisi. Per lui da quattro anni è sempre la stessa storia. «Nel 2018 hanno portato via la merce mentre era in corso la sagra del Mango a Fiumefreddo – racconta a MeridioNews – Due giorni fa, invece, sono entrati e hanno rubato 400 chili di prodotto». Puglisi, dopo l’ennesimo furto, ha deciso di montare altre telecamere, oltre a denunciare il fatto ai carabinieri. Il suo stesso destino è toccato al vicino, anche lui produttore di frutta tropicale: «Gli hanno rubato tutto – prosegue – e il proprietario mi ha detto che ha intenzione di vendere la coltivazione».
Puglisi, quasi 55 anni, da un decennio si dedica alla frutta tropicale dopo un passato nel settore della ristorazione. In un terreno grande due ettari coltiva quattro tipologie di mango, ognuno con una maturazione differente. Dopo l’ultimo furto ha deciso anche di fare un appello, diffuso pure tramite Facebook, in cui invita i consumatori a boicottare tutti coloro che vendono merce di dubbia provenienza. «Basterebbe verificare l’assenza del bollino sul frutto, oltre ai controlli che dovrebbero fare le forze dell’ordine».
Secondo l’ultimo rapporto sulle agromafie il volume d’affari che ruota attorno l’agricoltura è in costante aumento. Il valore, nel 2018, si è attestato a 24,5 miliardi di euro, con un più 12,4 per cento rispetto al 2017. «Il problema non è solo quello della frutta tropicale, perché questo genere di fenomeno cammina di pari passo con la stagionalità della raccolta – spiega a MeridioNews il presidente di Coldiretti Catania Andrea Passanisi – I danni ammontano a migliaia di euro per ogni imprenditore. Dietro tutto questo, secondo me, c’è una vera e propria associazione a delinquere che organizza i furti e distribuisce la merce. L’ultimo anello della filiera è proprio quello della vendita per un prodotto che finisce nelle bancarelle dei mercati».
Beccare tutti i ladri delle campagne è, però, quasi impossibile. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine che intercettano i carichi fuorilegge, l’ultimo soltanto ieri con 700 chili di meloni gialli. «I ladri di solito usano delle station wagon, che sono macchine molto capienti – spiega a MeridioNews uno degli investigatori che si occupa del contrasto al fenomeno – I mezzi vengono modificati: i sedili posteriori smontati e gli ammortizzatori rinforzati con molle speciali per riuscire a sopportare il grande quantitativo che viene ammassato all’interno». Con l’agricoltura diventata uno dei settori prioritari per la malavita, ai furti non sempre viene affiancata una denuncia. «Rivolgersi alle forze dell’ordine significa fare squadra. Non solo per dare una mano agli investigatori nel loro lavoro ma anche nei confronti dei compratori che devono sapere cosa acquistano», conclude il presidente di Coldiretti.
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