«Io ho già vinto». Cateno De Luca ieri sera, parlando a piazza Duomo a Messina, ha più volte ripetuto questa frase. È lui che il prossimo 24 giugno si contenderà con Dino Bramanti la poltrona di sindaco. Con il suo 19,84 per cento di preferenze, contro il 28,22 per cento ottenuto dal candidato del centrodestra, ha superato di un soffio Antonio Saitta, espressione del centrosinistra che si è fermato al 18,27 per cento. E la campagna elettorale si è subito nuovamente aperta. Dopo il silenzio della mattinata De Luca ha dato appuntamento ai messinesi alle 21, quando ha subito sgomberato il campo dalle voci che si erano diffuse nel pomeriggio di una sua possibile rinuncia al ballottaggio.
«Non mi ritiro e questa è una battaglia che dobbiamo condurre assieme con grande convinzione, sapendo già che io ho avuto la mia vittoria morale. Ma con voi farò di tutto per ottenere la vittoria e il riscatto politico». Primo appuntamento stasera alle 21,30 a piazza Cairoli dove «decideremo il da farsi. Ognuno di voi non deve avere alibi, decideremo assieme nell’interesse della città. Voi avete la responsabilità di dare la spallata finale. Noi ne abbiamo data una parte il 10 di giugno». Nel suo lungo comizio ha aperto ai cinquestelle e agli accorintiani. Ha riconosciuto loro di aver dato inizio al cambiamento e li ha invitati adesso a completarlo con lui. A quanti gli chiedevano come avrebbe fatto a governare una città senza avere alcun consigliere comunale, (le sue sei liste non hanno raggiunto il cinqueper cento, ndr) ha detto: «Venite a piazza Cairoli e capirete come il sindaco De Luca avrà i consiglieri comunali». Ha poi sottolineato di non avere «intenzione di fare male alla città», aggiungendo di essere una persona responsabile. «L’ho dimostrato rinunciando all’assessorato regionale che mi era stato proposto – è andato avanti De Luca – e inoltre oggi non ho risposto alle chiamate di chi mi proponeva una sistemazione».
L’aspirante primo cittadino, dopo avere rinnovato l’invito a un confronto pubblico con Bramanti, ha concluso. «Entro trenta giorni dalla conclusione delle elezioni devo dimettermi da deputato. Se una persona fa una scelta così netta, significa che ci crede al punto tale da mettere in discussione la propria poltrona e la propria carriera politica».
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