Ballarò dice no alla violenza e marcia per Youssoupha «Siamo spaventati, ma la paura non deve vincere»

L’appuntamento è alle 10.30 a piazza Bologni, il corteo passerà da via Maqueda, poi si entrerà in via delle Pergole per attraversare il mercato di Ballarò e arrivare al campo di bocce. Un Luogo simbolo, perché Youssoupha sabato scorso tornava proprio da quel campo, dove un gruppo di ragazzi sotto il nome di Baddarhome si incontra per riqualificare quella zona del mercato.

Parte da Ballarò la risposta all’atto violento e ingiustificabile della sparatoria in cui è rimasto ferito Youssupha Susso un ragazzo Gambiano di 21 anni che per futili motivi ‎adesso lotta tra la vita è la morte in ospedale. Si è deciso di fare una manifestazione contro ogni forma di violenza. Un gruppo ampio si è riunito oggi a Santa Chiara, c’erano ragazzi delle scuole della zona e gli insegnanti, gli immigrati che vivono Ballarò, i rappresentanti della consulta delle culture, associazioni, circoli, movimenti, il Palermo Pride, sociologi, assistenti sociali, il forum antirazzista, e l’assemblea cittadina Sos Ballarò. C’e’ rabbia e indignazione, ma soprattutto delusione per la grande indifferenza della città che ha ammantato il fatto. Da questo stato emotivo parte la proposta di dare un segnale forte e incisivo, un corteo, una manifestazione, per dire che la parte buona della città non ci sta con questa violenza cruenta e inaccettabile.

«Non è stata una bella settimana a Palermo, non è stato un bel mese a Palermo. C’è un clima di violenza diffusa. – dice Adham Darwasha, presidente della Consulta delle culture – C’e’ una contrapposizione tra le persone per bene e gli altri, che non voglio definire paramafiosi come i giornali in questi giorni. Abbiamo presentato una lista di cento commercianti di via Maqueda bassa (dove è successo il fatto) che hanno denunciato microcriminalità diffusa e sono vittima di rapine quotidiane. La cosa che fa impressione di sabato è la gratuità del gesto. Noi in qualsiasi iniziativa non dobbiamo contrapporci, ma dobbiamo essere compatti contro la violenza, quello che è capitato a Youssoupha domani potrebbe capitare a me. Non può passare il messaggio che tutta Ballarò è quel ragazzo che ha sparato. Non dobbiamo criminalizzare il quartiere e preservare la convivenza, questo è il centro cittadino della convivenza tra le culture. Tutti abbiamo paura, ma non possiamo vivere nella paura e non dobbiamo permettere che ci sia una faida tra italiani e immigrat».‎ Il corteo passerò da Ballarò e anche dalla via Maqueda bassa dove i commercianti abbasseranno le saracinesche contro la violenza e la criminalità.

«Vivo in questo quartiere da tanti anni, all’inizio ho preso pietrate e brutte parole. – racconta Massimo Milani, presidente di Palermo Pride, palesemente provato dall’accaduto – Ma adesso La mia presenza qui è un valore. Questo è il mio quartiere, e quanto accaduto è una ferita molto grande per me. Come Palermo Pride sentiamo l’esigenza di essere all’interno di questa manifestazione». E al coro dei manifestanti si unisce anche Don Enzo, il parroco di Santa Chiara. «Faremo una manifestazione pacifica e colorata – commenta – per dire che Ballarò è contro la violenza e lo faremo con i ragazzi del nostro oratorio, che partecipano alle attività e che sono inorriditi da quanto è successo»

Alessia Rotolo

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