Bagheria, la mozione di sfiducia ricompatta l’opposizione Cinque: «Mancano i numeri». Pd: «Non è sfida tra pistoleri»

«È arrivato il momento di decidere da che parte stare». Comincia con una frase perentoria il documento di 17 pagine con il quale le opposizioni hanno depositato ieri la richiesta di mozione di sfiducia verso il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque. Attorno al contrasto verso il sindaco pentastellato si riunisce dunque una variegata opposizione che vede anche, tra i componenti, tre consiglieri eletti nel M5s che attualmente si dichiarano indipendenti. E sono tanti anche i punti sollevati: si va dall’abusivismo alla gestione dei rifiuti, dal museo Guttuso alle aree verdi, dal servizio idrico alla pubblica illuminazione. I consiglieri (Maddalena Vella, Massimo Cirano, Emilio Finocchiaro, Domenico Di stefano, Manuele Tornatore, Michele Rizzo, Rosario Giammanco, Biagio D’agati, Piero Aiello, Filippo Maria Tripoli, Giuseppe Cangelosi, Paolo Amoroso, Maurizio Lo Galbo, Angelo Barone, Carmelo Gargano) tracciano un quadro fosco di quattro anni e mezzo di governo pentastellato della città e «chiedono conto di conflitti d’interesse, appalti assegnati, obiettivi programmatici non raggiunti».

Una richiesta che giunge a pochi mesi di distanza dalla naturale scadenza del mandato. E che però non frena il gruppo dei consiglieri, desiderosi di porre fine a un’esperienza amministrativa che più volte è stata al centro delle cronache: sostenuta a piene mani dal M5s regionale, anche dopo l’autosospensione di Cinque in seguito all’inchiesta aperta dalla Procura di Termini Imerese sulla gestione della raccolta dei rifiuti, che vede il primo cittadino rinviato a giudizio. In ogni caso è probabile che la richiesta verrà calendarizzata non prima del periodo natalizio, con la concreta opportunità che la discussione arrivi in aula agli inizi del 2019.

«In questi anni i gruppi di opposizione – scrivono i consiglieri – hanno cercato nei luoghi della democrazia (Consiglio comunale e commissioni consiliari) di dare il proprio contributo in termini di proposte, emendamenti, mozioni ed ordini del giorno su tantissimi argomenti utili alla città ed ai bagheresi. Più volte e su svariati argomenti abbiamo posto attenzione su proposte amministrative del tutto illogiche e non in linea con i principi di efficacia, efficienza ed economicità e purtroppo la compagine amministrativa guidata dal sindaco Cinque ha respinto qualsiasi possibilità di confronto e interlocuzione». I consiglieri hanno persino creato una pagina Fb apposita, che però al momento conta pochi sostenitori (poco più di un centinaio). 

Da parte propria il primo sindaco ostenta tranquillità. «È l’atto di una opposizione improduttiva – afferma Cinque – che ha guardato noi uscire dal dissesto, stabilizzare i precari, aprire tre asili, riaprire il museo Guttuso, garantire i diritti ai servizi per gli studenti disabili, realizzare con l’Asp il nuovo Pte, creare l’Eiam, avviare l’amministrazione condivisa, l’approvazione di undici bilanci, la manutenzione delle scuole e la gara per il Gramsci, l’Uvm, e non ultimo la creazione del polo infanzia con il nuovo centro affidi. E ancora i progetti per villa ex Castello e teatro Butera. E tanto altro ancora di cui rendiconteremo. Non temiamo il confronto e risponderemo su ogni singolo tema. La mozione in Consiglio non passerà perché non hanno i numeri e sarà l’ennesimo spreco di risorse. Passerò ogni singolo minuto che mi lega al mandato popolare a risolvere i problemi che abbiamo dovuto affrontare. Siamo certi di aver avviato un percorso di risoluzione dei problemi della città e tanto altro ancora c’è da fare. Presto spiegheremo tutto ai cittadini».

Una risposta che però viene contestata da Orazio Amenta, segretario del Pd di Bagheria. «Credo che il sindaco ancora una volta stia sbagliando atteggiamento – dice –  La mozione di sfiducia non è una sfida tra pistoleri. Lui è già stato sfiduciato dalla città. Avrebbe dovuto dimettersi da tempo. Non lo ha fatto e allora noi diamo la possibilità al consiglio comunale di dimetterlo, ponendo delle questioni importanti. Vorremmo che tutti insieme, maggioranza e opposizione, avviassimo una riflessione seria e rigorosa, a partire proprio dalla contro parte a cinquestelle e dai loro rappresentanti istituzionali. Il silenzio non fa bene alla città. Occorre il dialogo e il confronto per uscire dal pantano. Questa città non ha più bisogno di pistoleri, ma di umiltà e disponibilità al dialogo. Con questo spirito affronteremo la discussione della mozione di sfiducia».

Andrea Turco

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