Bagheria, ai domiciliari l’autore del pestaggio razzista «Frederick adesso sta bene e ha ripreso a lavorare»

A Bagheria lo chiamano tutti Federico. Uno dei tanti segnali che Frederick Omonzokpia – il ragazzo nigeriano di 30 anni che è stato colpito con un crick la sera del 31 agosto in via Mattarella, nei pressi della gelateria Anni ’20 – è perfettamente integrato all’interno della cittadina palermitana. Oggi ha appresso che uno dei suoi presunti aggressori è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare della Procura di Termini Imerese per lesioni personali: si tratta di Giuseppe D’Amore, di 25 anni, che adesso dovrà scontare gli arresti domiciliari. A difendere Federico, in un caso che aveva scosso l’opinione pubblica, è l’avvocato Bonaventura Zizzo.  

««Per noi l’irrogazione di questa misura cautelare è la conferma della nostra linea difensiva – dice il legale – cioè si è trattato di fatti gravi e causati dalla discriminazione razziale. Sembra che ciò che abbiamo rappresentato sia stato riscontrato, per noi si tratta di un importante conferma di carattere giudiziario. Frederick adesso bene, ha sempre continuato a lavorare e a svolgere le sue abitudini, mentre continua a seguire con attenzione la vicenda dal punto di vista giudiziario». 

Secondo la ricostruzione della procura, che si è basata sulle testimonianze dei presenti e sulle immagini di videosorveglianza della zona, in quella sera di fine estate il ragazzo nigeriano sarebbe stato offeso da D’Amore per il colore della pelle. E ha reagito, invitandolo a calmarsi, quando il 25 enne lo ha invitato a tornare nel suo Paese. Nel corso del successivo tumulto sono poi intervenuti alcuni giovani per separare i due contendenti. A quel punto Frederick ha tentato di darsi alla fuga, ma D’Amore si è armato di un cric e ha rincorso il nigeriano, raggiungendolo e colpendolo al volto. E spaccandogli un’arcata sopraccigliare, che è costata a Frederick una prognosi di dieci giorni.

A denunciare l’episodio era stato su Fb lo psicoterapeuta Leonardo Fricano. E dopo l’indignazione la cittadina del Palermitano ha mostrato di voler subito reagire all’ennesimo episodio razzista che ha segnato l’estate siciliana. Prima con un’assemblea pubblica al Piccolo Urto Urbano che ha manifestato la propria vicinanza al giovane aggredito. E poi con le scuse anche da parte della Chiesa locale, durante una messa in cui il ragazzo picchiato era seduto in primo fila. 

Andrea Turco

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