«Con l’evidenza dei numeri la Sicilia è trattata male dal governo romano», occorre quindi «mettersi al tavolo tecnico e portare avanti il lavoro di interlocuzione dando corso all’impulso politico». È questo il messaggio lanciato dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. Toccherà alla politica chiudere il lavoro svolto ed articolato, finalizzato a recuperare il miliardo e mezzo di euro che manca.
Quasi due ore di conferenza stampa per dire che le altre regioni a statuto speciale hanno già provveduto ad un negoziato con lo Stato per chiudere gli accordi e «sanare i torti». Elenca cifre, snocciola dati, esprime amarezza ed alla fine anche un pizzico di speranza.
Alessandro Baccei, assessore regionale all’Economia, non vuole parlare di politica, ma incontrando i giornalisti dice con chiarezza che il rapporto tra il contributo alla finanza dello Stato e le entrate che riguarda la Sicilia è secondo solo alla Lombardia. «I ricorsi per l’attuazione dello statuto sono inutili – ha aggiunto – La Consulta ha stabilito un principio, lo Stato non ci deve nulla ma ha danneggiato la Sicilia, per cui ci invita eventualmente a negoziare con lo Stato».
Somme difficilmente esigibili per crediti pari a cinque miliardi di euro invece continuano ad essere i residui passivi che presentano un saldo negativo. Poi elenca le riforme delle partecipate e quelle degli enti agricoli, ma tra numeri e relazioni tecniche sarà la politica a dovere risolvere. E con i tempi che corrono le perplessità sovrastano le speranze.
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