La protesta degli autotrasportatori è stata revocata. Finisce così, almeno per il momento, l’azione promossa da alcuni camionisti che in questi giorni hanno bloccato i caselli delle autostrade, fermando il trasporto della merce in alcune zone della Penisola per manifestare contro il caro carburanti. Il prossimo appuntamento fissato in agenda è quello di un tavolo con i vertici regionali, rappresentati dal presidente Nello Musumeci e l’assessore ai Trasporti Marco Falcone. L’esponente di Forza Italia della giunta regionale interpella il governo guidato da Mario Draghi, che «non deve girarsi dall’altra parte – afferma – Il governo regionale li ringrazia per il senso di responsabilità che dimostrano nei confronti non solo delle realtà produttive, ma anche verso tutti i cittadini e le imprese dell’Isola. Domattina al PalaRegione di Catania, alle 9.30, riapriremo i lavori del tavolo tecnico voluto dal governo Musumeci con autotrasportatori, produttori e rappresentati della Gdo per approfondire ulteriormente le proposte di accordo emerse oggi dalle interlocuzioni fra le parti».
La vertenza infatti sembra rimanere aperta «con il sostegno della Regione, ma il governo Draghi – sostiene l’assessore regionale – deve intervenire in maniera strutturale in favore di un comparto che mai come oggi sta scontando il prezzo della crisi e dell’impennata dei costi, a iniziare dai carburanti. La prossima settimana saremo a Roma per convincere il ministro Giovannini a mettere in campo interventi realmente risolutivi». Durante la protesta si sono raggiunti anche momenti di tensione, con alcuni autotrasportatori che non volevano aderire al sit-in che si sono ritrovati a essere bloccati dai manifestanti. Gli scaffali di alcuni supermercati sono rimasti vuoti e la voce di chi ha aderito allo sciopero, comunque, si è fatta sentire, con gli autotrasportatori che sono riusciti a ottenere i confronti con il governo Musumeci. Che adesso scarica la palla a Roma, dove però la questione non sarebbe nuova.
A descrivere la situazione è della parte di chi condivide i motivi dello sciopero di questi giorni «ma non il metodo» è stato Giorgio Stracquadanio della Confederazione nazionale artigianato e piccola e media impresa, che sottolinea come, tuttavia, il governo regionale dovrebbe sapere che «già da tempo a Roma è stata posta la questione – spiega il portavoce durane la trasmissione Direttora D’Aria su Radio Fnatastica – C’è un tavolo permanente, lo sanno tutti, anche perché i documenti e i comunicati girano e sono letti da chiunque, sono cose note». Stracquadanio si concentra sui temi dello sciopero e sulle azioni che le sigle di categoria chiedono al governo. «Ci doveva essere un’attenzione particolare al rispetto delle regole – prosegue – Il prezzo del carburante? Noi siamo il Paese che ha un ministero della Transizione ecologica, che dovrebbe far rispettare quello che la transizione prevede: per esempio, serve premiare quelle aziende che acquistano mezzi a basso impatto e aiutare le imprese ad acquistare questi camion che inquinano meno. Inoltre – conclude – Vanno abbattuti i costi del pedaggio autostradale».
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