Il relitto è tornato in superficie. Il peschereccio che si è inabissato il 18 aprile 2015 si trova al porto di Augusta. Al suo interno dovrebbero esserci i corpi di alcune centinaia di migranti, morti durante un naufragio che è passato alla storia come una delle più terribili stragi del Mediterraneo. Le vittime sarebbero state più di 700, ma il numero totale non è mai stato accertato. «Quella nave contiene storie, volti, persone, non solo un numero di cadaveri – scrive su Facebook il presidente del consiglio Matteo Renzi – Ho dato disposizione alla Marina militare di andare a recuperare il relitto per dare una sepoltura a quei nostri fratelli, a quelle nostre sorelle che altrimenti sarebbero rimasti per sempre in fondo al mare. L’ho fatto perché noi italiani conosciamo il valore della parola civiltà».
L’imbarcazione era partita dalle coste libiche e aveva lanciato un sos, raccolto dalla guardia costiera italiana. Prima dei militari, però, era arrivato il mercantile portoghese King Jacob, il cui coinvolgimento nel naufragio è sempre stato smentito dalla procura di Catania, che sta coordinando le indagini. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo che al momento vede accusati il presunto scafista tunisino Mohammed Ali Malek e l’aiutante siriano Mahmud Bikhit. Il barcone sul quale viaggiavano è stato agganciato tre giorni fa e sollevato dal fondale, a circa 370 metri di profondità. Il relitto sarà collocato all’interno di un tendone refrigerato: lungo trenta metri, largo venti e alto dieci, è il luogo in cui inizieranno le operazioni di recupero delle salme. Una decina di corpi sono già stati recuperati dall’esterno del peschereccio. «Dare una tomba a ciascuno di loro significa restituire il diritto alla memoria», continua Renzi.
Il recupero dell’imbarcazione ha avuto, nel complesso, un costo di oltre nove milioni e mezzo di euro. «Nella prima fase, relativa all’ispezione del relitto – spiega il contrammiraglio Pietro Corvino della Marina militare – sono stati spesi 1,4 milioni di euro. Per la progettazione del recupero il finanziamento è stato di 1,6 milioni di euro, e per la mobilitazione dei mezzi si sono spesi in totale 6,5 milioni di euro». Le autopsie e le identificazioni delle salme saranno invece gratuite, grazie alla disponibilità delle università di Catania, Messina e Palermo, oltre che dei medici della polizia di Stato. A coordinare le operazioni sarà Cristina Catttaneo, docente della sezione di Medicina legale dell’università di Milano.
Nel porto di Augusta è stata avviata, intanto, la macchina organizzativa. Che prevede vitto e alloggio a tutti gli operatori coinvolti, 150 in media al giorno. Una cittadella per i vigili del fuoco – con aula incontri, due dormitori e uno spogliatoio – per la Croce rossa, un posto medico avanzato e un consultorio psicologico ventiquattr’ore su ventiquattro. Le aree dove saranno eseguite le autopsie saranno tre.
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