«Sembrerebbe una buona notizia, ma c’è molta fuffadietro. Guarda caso si tratta di un assegno per tre mesi, aprile maggio e giugno: giusto il tempo di arrivare alle elezioni». Ad Alessio Pellegrino, che insieme al fratello Gianluca, ha fatto puntare i riflettori sul tema dei disabili senza assistenza, la misura prevista dal piano della Regione e approvata dalla commissione Sanità – che in sostanza prevede un contributo da mille euro per i disabili gravi e da 1800 per i gravissimi per i mesi di aprile, maggio e giugno – non è piaciuta. E non soltanto perchè approvata per il periodo coincidente con quello della campagna elettorale. «Questi soldi – approfondisce Pellegrino – non hanno obbligo di rendicontazione. Inoltre coprirebbero soltanto tre ore al giorno di assistenza. E poi, vengono tenuti in considerazione duemila disabili, ma ne mancano ventimila all’appello. In queste settimane abbiamo fatto un giro per le scuole e non ci sono servizi, in alcuni istituti i ragazzi disabili non frequentano da gennaio perchè manca il trasporto per le persone non autonome».
Nel frattempo sono partite le operazioni per far erogare il denaro: «Ci hanno chiamati per avere l’indirizzo di casa – spiega Pellegrino – per mandarci una raccomandata con la quale ci chiederanno di scegliere se avere l’assistenza diretta o indiretta, cioè i soldi o gli assistenti mandati dalle cooperative». E anche in questo caso Pellegrino punta il dito contro un sistema che a suo dire ha diverse falle: «Non c’è una mappatura vera e propria dei disabili, molti non sono a conoscenza di queste procedure e finiscono col non avere diritto a nulla – spiega – L’Asp non terrà in considerazione tutti, ma soltanto coloro che hanno già partecipato ai bandi precedenti. Gli altri non avranno nemmeno un’ora di assistenza pagata».
L’impegno dei fratelli Pellegrino è riuscito a far sollevare l’attenzione sul tema dell’assistenza ai disabili, portando tra l’altro alle dimissioni dell’assessore regionale Gianluca Miccichè. Alessio ha le idee molto chiare sulle dinamiche che hanno portato la gente a interessarsi della questione e a manifestare la propria solidarietà: «L’attenzione sul tema della disabilità è arrivata dopo che abbiamo fatto un po’ di bordello. Io dico sempre che se non fossi su una carrozzina penserei che tutti i disabili sono tutelati. Non è che manchi l’interesse da parte della gente, ma nell’immaginario collettivo si pensa che le istituzioni si occupino della disabilità».
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