Dopo gettonopoli, l’assenteismo. A distanza di meno di un anno dalle visite ai pavoni e dalle sedute di commissione deserte ma pagate profumatamente, la città di Acireale torna sui media nazionali. Anche in questo caso a ospitare, in diretta televisiva, il sindaco Roberto Barbagallo è stato Massimo Giletti, nel corso de L’Arena, il programma in onda su Rai Uno. E oggi come un anno fa, la posizione ufficiale dell’amministrazione comunale è quella di chi si ritrova – prima con i consiglieri comunali, poi con i burocrati – al centro di una situazione non soltanto non desiderata ma anche slegata dall’azione politica della giunta.
Barbagallo, così come dichiarato negli scorsi giorni, ha assicurato la massima collaborazione con la magistratura, stigmatizzando il comportamento di quegli impiegati accusati di aver sottratto denaro pubblico al Comune, simulando la propria presenza sul posto di lavoro. Nessun accenno, invece, al caso – sollevato da MeridioNews – del nucleo di valutazione dei dirigenti, ossia quell’organo che dovrebbe vigilare sull’operato dei dirigenti. Gli stessi che, a detta del procuratore capo di Catania Michelangelo Patanè, non si sarebbero accorti di nulla.
Nel salotto di Giletti si è così tornato a parlare, dopo il caso del Comune di Sanremo, di furbetti del cartellino. Ma c’è anche chi ravvisa una certa scaltrezza nell’atteggiamento assunto davanti alle telecamere dallo stesso Barbagallo. Come il deputato nazionale del Partito democratico Fausto Raciti, che poco dopo la fine dell’intervento del primo cittadino acese, ha diffuso un comunicato in cui accusa l’amministrazione di voler camuffare la realtà delle cose: «Grottesco, surreale – si legge nella nota – anziché assumersi le proprie responsabilità, Barbagallo va in giro per salotti televisivi a dipingersi come un eroe. E pensare che l’indagine della Procura ci dice che un dipendente comunale su dieci era assenteista, mentre l’amministrazione comunale non si accorgeva di nulla». Per il segretario regionale del Partito democratico, il dato certo è che la magistratura è arrivata prima dell’amministrazione. «Per fortuna sono stati i cittadini acesi a denunciare. Non so con quale coraggio, oggi, il sindaco ed i suoi sodali vogliano farci credere di aver messo in moto una rivoluzione burocratica che non esiste».
In serata, a difesa del sindaco acese, è arrivato un post su Facebook del deputato regionale di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino. «A volte mi chiedo perché parla Raciti di Acireale – scrive il parlamentare -. Perché non si trattiene, anziché dire simili sciocchezze. Abbiamo letto, stupiti, un intervento scomposto e fuori luogo, essendosi permesso di sentenziare su fatti che ignora completamente». Per D’Agostino, che è il principale sponsor di Barbagallo, Raciti sarebbe stato responsabile di essersi alleato, in occasione del ballottaggio del 2014, con «con chi ha creato lo scempio in città e al Comune» mentre «Cambiamo Acireale smantellava e rivoluzionava una organizzazione burocratica abituata a sprechi, privilegi, arroganza ed assenteismo».
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