Continua il botta e risposta tra il Comune di Catania e la società Europea 92, azienda edile responsabile dei lavori dell’asse viario di San Giovanni Galermo mai compiuti a causa di un contenzioso legale. In primo grado il tribunale etneo ha dato torto a palazzo degli Elefanti, condannando l’ente a pagare oltre due milioni 700mila euro. In risposta alla sentenza, la ditta molisana ha chiesto il pignoramento dello stadio Massimino, del palazzo dell’ex pretura e di quote delle partecipate. «È una vicenda di una vecchia sentenza in primo grado, provvisoriamente esecutiva», ha dichiarato l’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando. Ma i legali della Europea 92 hanno deciso di rispondere alle precisazioni dell’esponente della giunta Bianco.
Quello disposto dal tribunale «non è un credito accertato», ha affermato Girlando a MeridioNews. «Non possiamo correre il rischio di pagare e poi vederci ribaltare il risultato nel prossimo grado di giudizio, senza sapere se sarà possibile recuperare di nuovo queste somme». Ma, come confermano entrambe le parti, lo scorso 8 aprile si è tenuto un incontro con l’azienda, durante il quale i vertici comunali che hanno avanzato la richiesta di un accordo. Per questo motivo, secondo i legali di Europea 92, «le dichiarazioni sono assolutamente contraddittorie – scrivono in una nota – non si comprende infatti come possano coesistere, in capo al Comune di Catania, la volontà di pagare transattivamente delle somme e la volontà di recuperare in seguito tali somme pagate». E, proseguono gli avvocati, «non si comprende, anche in relazione alla tutela degli interessi dei cittadini catanesi, il perché sia stata formulata una proposta transattiva per il pagamento di somme in favore di Europea 92 se invece, come da dichiarazioni riferite all’assessore Girlando,si pensa di vincere il ricorso in appello».
Il debito, comprensivo di spese legali per oltre 600mila euro e interessi, ammonta a oltre tre milioni 300mila euro. Cifra che l’azienda molisana vorrebbe riprendere attraverso il blocco di una serie di strutture e capitali comunali. Giuseppe Girlando ha tenuto a «smentire la pignorabilità dello stadio. È un bene indisponibile; anche sugli altri ci sono eccepibilità. Si tratta di un’azione priva di significato». «Sul punto – ribattono i legali della società – sarà la magistratura competente a decidere».
Sul fronte del ricorso al prossimo grado di giudizio, «appare fondamentale sottolineare che il Comune di Catania ha chiesto al tribunale competente di sospendere l’esecutività della sentenza di primo grado vittoriosa per Europea 92 ottenendo di contro il fermo rifiuto del magistrato competente», sottolineano gli avvocati. Rifiutata anche la richiesta di nominare un nuovo perito. «È quindi evidente che il magistrato ha ritenuto che, anche nell’eventuale ipotesi Europea 92 fosse in futuro costretta a restituire le somme al Comune di Catania, non ci sarebbe pericolo che non provvedesse a tanto». Anche per queste ragioni, «appare dunque evidente che le possibilità per il Comune di Catania di vincere il contenzioso in appello sono molto basse».
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