Non sono bastate le denunce alla Procura di Palermo, ai carabinieri e all’Arpa Sicilia, l’agenzia regionale per la protezione all’Ambiente da parte dei cittadini. Ad Aspra, frazione di Bagheria, la fuoriuscita di liquami che si riversano direttamente a mare da un condotto della camera di pompaggio di corso Italia, continua a persistere da troppi anni. Un disastro ambientale annunciato in assenza anche di un depuratore. E che, ad oggi, sembra non interessare alle autorità.
«Vorrei sottolineare che si tratta di danni incalcolabili causati all’ambiente e alla salute pubblica a causa della presenza di sostanze altamente inquinanti che rischiano di cambiare l’ecosistema, un’offesa grave e senza giustificazione alcuna, alla natura», dichiara a Meridionews, il vicepresidente della circoscrizione di Aspra, Giuseppe Aleccia.
Al momento non esiste nessun responsabile. Stando alle parole dei cittadini «è uno scarica barile continuo tra l’amministrazione e la società dell’acqua Aps», come si è solito fare nei casi in cui non si hanno risposte solide da dare. E nella piccola frazione la gente oramai riconosce quando le pompe della vasca delle acque di accumulo sono bloccate: basta guardare il colore del mare. Ed odorare l’aria, per sentire la puzza in una delle località della costa palermitana che cerca di «vivere» di turismo.
La vasca, molto vicina al mare, dovrebbe essere gestita dalla società Aps, Acque potabili siciliane spa, ma la disastrosa situazione finanziaria della partecipata regionale in liquidazione, che opera in altri 50 comuni in provincia di Palermo, non permette di risolvere il problema. Proprio qualche giorno è stata firmata la proroga concessa dal giudice delegato al fallimento fino al 31 gennaio del 2015. Un atto annunciato ma ancora non formalizzato, mentre si attende che l’Assemblea regionale siciliana, nelle prossime settimane, approvi l’emendamento che destina oltre 11 milioni di euro per il servizio idrico integrato del comprensorio.
«La nostra circoscrizione sta organizzando per il 12 dicembre una conferenza di servizio che ha come scopo quello di capire le responsabilità di questo problema». Continua il vicepresidente Aleccia. «Su sette giorni alla settimana più della metà di questi, sono presenti versamenti di liquidi inquinanti nel nostro mare. E’ una situazione che deve cessare al più presto. Da troppo tempo assistiamo a questo scempio ambientale nel silenzio di tutti».
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