Asp, tagli indiscriminati ed elevati turn over Campo: «A rischio diritto alla salute cittadini»

Un settore flagellato da continui tagli e un precariato diffuso che colpiscono indistintamente medici, infermieri, personale amministrativo e addetti alle cooperative dell’Asp. Tra riduzioni delle risorse negli ultimi 3-4 anni nell’ordine del 10 per cento e tagli previsti del personale per oltre 200 unità, il quadro che emerge dal settore della sanità è tutt’altro che rassicurante. Lo denuncia la Cgil che oggi ha incontrato iscritti e lavoratori dei servizi ospedalieri (guardie giurate, guardiania, manutenzioni) nel salone delle feste in via Gaetano La Loggia per la presentazione della Carta dei diritti universali del lavoro. Presenti all’incontro, tra gli altri, la segretaria nazionale della Cgil Gianna Fracassi e il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo. Al centro del dibattito, la condizione dei lavoratori e delle disfunzioni del sistema ospedaliero dove da un lato si invocano risultati sempre migliori e dall’altro si registrano tagli ingenti che sempre più spesso si scaricano sulla pelle dei lavoratori.

A Palermo e provincia, infatti, l’Asp ipotizza per il prossimo triennio tagli che se confermati porterebbero l’attuale pianta organica dalle attuali 5100 a 4896 unità. Tra le categorie più colpite infermieri (-53) e personale amministrativo (-55), seguiti da tecnici della prevenzione (-30), fisioterapisti (-21) e operatori del ced (-20). «Le altre figure professionali del comparto si riducono – afferma Mario Scialabba, responsabile all’Asp per la Fp Cgil Palermo – e quando c’è qualche aumento, come per gli operatori sociosanitari, si resta molto al di sotto delle necessità per poter assicurare adeguata e qualificata assistenza. Il personale si riduce ancor di più per la mancata differenziazione della pianta organica». Tra le figure più carenti, psicologi, pedagogisti e sociologi. Un’altra nota dolente riguarda il precariato diffuso e il blocco dei turn-over

«Solo nell’area amministrativa – prosegue il sindacalista – se ne contano 700 esclusi dalla pianta organica, precari da 20-30 anni. Una condizione che riguarda, seppur in misura minore, anche infermieri e medici, circa 200 che operano nelle aree di emergenza. Una contraddizione – aggiunge – l’aumento dei carichi di lavoro in presenza di personale in esubero che non si riesce a inserire in pianta organica». C’è, infine, il pericolo che i nuovi concorsi appena annunciati possano tradursi non in nuove assunzioni ma in stabilizzazioni: «Temiamo – aggiunge – che una parte consistente dell’attuale personale precario non trovi, vista l’esiguità dei posti da coprire, possibilità di stabilizzazione e di processi di mobilità. Per questo – ribadisce – invochiamo una profonda inversione di tendenza e maggiori risorse finanziarie in grado di assicurare servizi di qualità ai cittadini».

Altro versante che desta preoccupazione è quello dei lavoratori dell’indotto, circa 360 persone (10 manutenzione, 250 pulizie, 30 vigilanza e 70 mensa) sulle quali «è stato scaricato tutto il peso della spending review. Nella maggior parte dei casi – spiega Giovanni Amato, della Filcams Cgil Palermo – operano a stretto contatto con i medici e svolgono servizi pubblici essenziali come la pulizia nelle corsie tra i malati». Frequentemente lavorano per poche ore al giorno, con salari minimi. La maggior parte di loro sono donne costrette a trovarsi un secondo e un terzo lavoro per vivere. «Nella logica del massimo risparmio – chiarisce Amato – l’azienda aggiudica al massimo ribasso e i tagli si traducono i meno ore di lavoro». Già nel 2012 è stata chiesta una riduzione del 10 per cento e, nel 2014, un’ulteriore contrazione del 5. «Senza dimenticare i ritardi che si registrano nei lavori di ristrutturazione delle strutture dell’Asp che si traducono, ancora una volta, in meno ore di lavoro». A Corleone, ad esempio, i lavori cominciati nel 2013 non sono ancora terminati.

 «Una platea di professionalità – dichiara il segretario Cgil Palermo Enzo Campo – che chiede condizioni di lavoro migliori, in una sanità sempre in emergenza, al centro di casi di malasanità e di inchieste giudiziarie, in bilico tra l’introduzione di sistemi innovativi e arretratezza cronica. La sanità sta vivendo un momento complicato, serve un’opera di riorganizzazione e riqualificazione, mentre il sistema del welfare non garantisce più a tutti i cittadini il diritto alla salute. Proprio in questo settore così pieno di diseguaglianze tra lavoratori – conclude – con la Carta riportiamo al centro il ruolo e la dignità della persona e i diritti dei lavoratori».

Antonio Mercurio

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