Il bando per l’affidamento dei servizi ausiliari negli asili nido comunali slitta di due settimane: il nuovo termine è il 21 gennaio. «Questa amministrazione ha voglia di confrontarsi sempre e ha quindi deciso di prorogare il bando per in maniera che tutti possano studiarlo bene», ha affermato l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Catania Angelo Villari. «Puntiamo – ha aggiunto Villari – al pieno coinvolgimento dei sindacati e della cooperazione in maniera che si possa ben riuscire nell’opera estremamente complessa di riorganizzazione di questo servizio così importante ed essenziale per la città».
All’annuncio hanno subito risposto i sindacati Cgil, Cisl Uil e Ugl e il movimento politico Catania bene comune, che da ormai due anni segue la vicenda a stretto contatto con le lavoratrici delle strutture comunali. «I termini del bando vanno modificati alla luce di un serio approfondimento. Invitiamo il Comune ad approfittare della proroga di circa due settimane tenendo conto che questo, così com’è, non tutela i lavoratori delle coop sociali», hanno affermato i sindacati insieme alle sigle Fp Cgil, Cisl FP, Uil FPL e Ugl enti locali. Secondo i sindacati «non è infatti accettabile che il costo del lavoro previsto sia addirittura inferiore ai minimi tabellari del contratto collettivo nazionale delle cooperative».
Per Catania bene Comune la proroga «rappresenta una prima piccola vittoria in quanto da un lato ci consegna il tempo per pretendere dall’amministrazione una revisione complessiva del servizio asili nido: riduzione delle rette, aumento del numero di bambini ammessi, salvaguardia dei livelli occupazionali e delle ore di lavoro. Dall’altro lato conferma la giustezza delle critiche rivolte fino ad oggi». Il movimento ha anche indetto, per domani alle 16, una conferenza stampa davanti alla sede della direzione Servizi sociali del Comune in via Dusmet, proponendo «tre misure per salvare gli asili nido». Il primo punto è quello di «bloccare definitivamente il bando. Nonostante la proroga, se dovesse andare in porto la gara d’appalto così come impostata, sarà molto complicato prevedere un ampliamento del servizio asili nido in futuro». La seconda proposta è quella di «finanziare il capitolo di bilancio rivolto al pagamento delle rette delle famiglie meno abbienti, così come previsto all’articolo 11 del regolamento». Catania bene comune propone anche di «ampliare i servizi a domanda individuale e superare il vincolo del 36 per cento. La soglia è stata imposta per i comuni in pre-dissesto dal governo Monti», ma secondo il movimento politico questa regola può essere superata «calcolando non il singolo servizio, ma l’insieme di quelli a domanda individuale che comprendono anche parcheggi e parcometri», conclude Catania bene comune.
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