Una
colata di asfalto nero davanti all’ingresso del Duomo di Catania, a interrompere l’ottocentesca pavimentazione. Il sagrato della Cattedrale di Catania si presenta così a meno di un mese dalle festività di Sant’Agata. Dal centralino della chiesa, alla richiesta di chiarimenti, commentano: «Forse era meglio quando la gente si rompeva il collo?». Una domanda che trova una risposta nella replica di monsignor Barbaro Scionti: «Abbiamo ripristinato l’asfalto già presente, per motivi di sicurezza, perché si era degradato a causa delle piogge».
Di certo la Sovrintendenza dei beni culturali non ha dato alcuna autorizzazione: «Se c’avessero avvisato prima avremmo trovato una soluzione migliore», dice la dirigente Fulvia Caffo. Per la responsabile dell’ente sarebbe stato più opportuno ripristinare l’originaria pavimentazione, risalente al 1857: «Un bene sottoposto a vincolo artistico non può essere riparato così», spiega. Le ragioni di sicurezza, secondo la Curia, non avrebbero comunque compromesso il sagrato. In cui, secondo il parroco della cattedrale, il basolato era invisibile da tempo: «Mi risulta che lì ci fosse solo dell’asfalto antico – sostiene Scionti – Sarebbe doppiamente imbecille sostituire la pavimentazione originaria. Si tratterebbe di un oltraggio all’arte e poi in piazza Duomo tutti lo noterebbero».
L’intervento della discordia, effettuato il 10 dicembre dagli operai comunali della Multiservizi, è stato concordato dai vertici della Curia catanese con l’assessorato ai Lavori pubblici. «Nell’area in questione c’era dell’asfalto sgretolato dalle intemperie – spiega l’assessore Luigi Bosco -, ecco perché in occasione dell’apertura della porta santa abbiamo deciso di porvi un rimedio». Il rappresentante dell’amministrazione Bianco annuncia intanto la possibilità di realizzare un progetto per ripristinare l’originaria pavimentazione.
L’idea dovrebbe coinvolgere anche la Sovrintendenza che, secondo Bosco, in occasione dell’ultimo intervento «non doveva essere chiamata in causa per ottenere il rilascio di autorizzazioni». Di parere opposto resta la sovrintendente Caffo: «Il nostro parere andrebbe sempre chiesto». Per riportare alla luce la pavimentazione ottocentesca bisognerà rimuovere il bitume. Verificando, prima, che i lavori effettuati finora non lo abbiano compromesso.
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