Ars: un’impugnativa che denota un ‘deficit’ di qualità di politica e alta burocrazia. E tante bucce di banana…

SE GLI EFFETTI SULL’ATTIVITA’ DI GOVERNO SONO ANCORA DIFFICILI DA DECIFRARE, SEMBRANO IN CERTI CASI BANALI GLI ERRORI COMMESSI. DALL’ASSESSORE LUCA BIANCHI, DAL DIRIGENTE GENERALE, MARIO PISCIOTTA, DA GIULIO GUAGLIANO E DAGLI ALTI DIRIGENTI DEL PARLAMENTO SICILIANO NON CI ASPETTAVAMO SIMILI SCIVOLONI TECNICO-GIURIDICI. PROVIAMO A DESCRIVE I PRINCIPALI PASSAGGI DI UNA DEBACLE CULTURALE PRIMA CHE POLITICA

L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: non è semplice desumere gli effetti che tale impugnativa avrà sulla gestione della Regione nel corrente anno. Questo perché la manovra approvata dall’Ars era – ed è per quello che rimane in piedi – piuttosto articolata. Di conseguenza un’impugnativa articolata si inserisce in una legge articolata con effetti di certo dirompenti, ma non semplici da decifrare.

Un altro elemento che va sottolineato è la banalità degli errori commessi da chi ja messo in piedi questa Finanziaria 2014. I nomi sono tre: Luca Bianchi, assessore all’Economia in carica, Mario Pisciotta, dirigente generale, Giulio Guagliano, fido consigliere dello stesso assessore. E poi qualche alto dirigente dell’Ars.
Questa notazione è importante. Perché se è difficile desumere gli effetti di questa impugnativa, è invece piuttosto semplice notare gli errori, la superficialità e – spiace scriverlo – in alcuni casi la non conoscenza di fatti amministrativi e contabili che dovrebbero essere patrimonio di chi si occupa di questi argomenti.
Insomma, siamo davanti a un deficit di ‘qualità’ della politica e dell’alta burocrazia. 

ADDIO AI 100 MILIONI DI EURO DELLA SANITA’
E’ stato impugnato, ad esempio, l’articolo 8 comma secondo della Finanziaria. In pratica, è saltata un’entrata di 100 milioni di euro. Una ‘botta’ pesantissima che l’Ufficio del Commissario dello Stato motiva in modo molto preciso.

Che ha fatto il Governo, in questo caso, per meritarsi una ‘scoppola’ così pesante? Ha deciso autonomamente che ci sarebbero stati questi risparmi pari a 100 milioni di euro. Con un colpo di penna, l’assessore all’Economia, Luca Bianchi e i suoi collaboratori avevano deciso che questi soldi sarebbero stati risparmiati sulle forniture di beni e servizi.
Peccato che questi risparmi, come fa notare l’Ufficio del Commissario dello Stato, non possono essere accertati prima, ma debbono essere accertati e certificati dall’intesa Stato-Regione. Una facezia…
Questo passaggio sulla sanità denota la non conoscenza di fatti amministrativi per certi versi banali. Per non parlare dell’impugnativa dell’articolo 9, comma terzo. Che avrebbero voluto combinare i nostri ‘scienziati’? Avrebbero voluto arraffare i soldi dei coordinatori sanitari e amministrativi (mandandoli a casa), destinandoli ad attività sportive e a soggetti bisognosi.
Ma, come fanno notare gli Uffici del Commissario dello Stato, si tratta di fondi vincolati, che non possono essere utilizzati ‘così’. I soldi risparmiati, semmai, vanno utilizzati all’interno dello stesso fondo. A meno che non vengano modificati i contratti collettivi: materia che non è regionale, trattandosi di ordinamento civile. Insomma, siamo all’ABC…

FORESTALI 1: LA FARSA DEI LAVORI NELLE SOCIETA’ REGIONALI
Molto pesante – in questo caso per gli effetti che avrà sulla gestione degli operai della Forestale – l’impugnativa dell’articolo 11, comma ottavo. Di fatto, Governo e Ars, a fronte dei pesanti tagli operati nel settore della Forestazione, avrebbero voluto imporre alle società regionali di utilizzare gli operai della Forestale.

Di fatto, si penalizzavano le imprese private per far lavorare gli operai della Forestale. Una palese alterazione del principio della concorrenza. Che, ovviamente, è stata censurata.
A questo punto al Governo non resterà che restituire al settore della Forestazione i soldi che gli ha tolto.

FORESTALI 2: SUI RIMBORSI CHILOMETRICI NON DECIDE L’ARS
Sempre in materia di forestazione, pessima la figura del Governo con l’articolo 12 comma 6. Con una ben orchestrata campagna mediatica contro gli operai della Forestale, accusati di sperperare risorse finanziarie negli spostamenti, l’esecutivo ha provato a tagliare i soldi per gli spostamenti degli stessi operai.

Una manovra da ‘accattoni’ e fuori legge, che è stata giustamente bloccata dall’Ufficio del Commissario dello Stato. Che ricorda che in materia di ordinamento civile la competenza esclusiva  dello Stato. Tiè!

LO SCIVOLONE SULLA SERIT CHE NON C’E PIU’!
L’articolo 13, comma sesto – ci vergogniamo un po’ a scriverlo – è ridicolo. Perché, come scrivono gli uffici del Commissario dello Stato, affida la riscossione dei ruoli dei Consorzi di Bonifica a “un soggetto giuridico inesistente”. Che hanno combinato, stavolta, gli ‘scienziati’? Avevano affidato il servizio alla Serit spa, società incorporata da Riscossioni Sicilia, società per giunta regionale. Insomma…

SANITA’
L’Ufficio del Commissario dello Stato ha impugnato parecchie norme sulla sanità. Per esempio, il tentativo di utilizzare le risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali per finanziare spese previste dal Fondo sanitario nazionale: ebbene, questo non si può fare: da qui l’impugnativa del’articolo 19 della Finanziaria. 

LO SCIVOLONE SUL CODICE CIVILE!
Incredibile quello che c’è scritto nell‘articolo 22 della legge Finanziaria, là dove la Regione decide di sbarazzarsi degli amministratori delle società regionali che dovrebbero essere sbaraccate. Peccato che nomine e revoche di queste società sono stabilite dal Codice Civile e non dall’Ars!

GUERRA GOVERNO-COMMISSARIO  SU IRFIS FINSICILIA
Sull‘Irfis FinSicilia tra l’attuale Governo regionale e l’Ufficio del Commissario dello Stato si è scatenata una ‘guerra’. Già la recente legge è stata impugnata. E ora arriva una seconda impugnativa. Che riguarda gli articoli 22, 25, 26, 27, 28, 36 e 41. Si pongono a carico di Irfis FinSicilia oneri finanziari senza, però, fare chiarezza sui fondi che dovrebbero entrare allo stesso Irfis.
Nell’impugnativa si parla di copertura finanziaria “evanescente”. L’Ufficio del Commissario dello Stato si richiama alla Banca d’Italia: e a nostro avviso il richiamo è ormai improprio, perché la Banca d’Italia non è più ‘terza’ rispetto al sistema bancario, ma ne fa parte, essondo di proprietà di alcune banche private. Insomma, parlare di “vigilanza della Banca d’Italia” è fuori luogo.
Contestato anche il fondo di rotazione che dovrebbe essere gestito dalla Crias, la Cassa regionale per il credito agli artigiani.

PERSONALE DELLE SOCIETA’ REGIONALI
Pesante l’impugnativa dell’articolo 23. Di fatto, Governo e Ars hanno cercato di prendere in giro l’Ufficio del Commissario dello Stato con un ossimoro truffaldino smentito, poi, nei fatti. Da un lato il Legislatore regionale ammette che non si possono fare assunzioni nelle società pubbliche in deroga ai concorsi pubblici; poi, però, li propone per il personale che resterà disoccupato per la chiusura di alcune società regionali. Operazione bloccata.

IRCAC
L’impugnativa dell’articolo 24 è, invece, un po’ complicata. La Regione avrebbe voluto mettere le mani su un fondo dell’Ircac, l’Istituto regionale per il credito alla cooperazione. L’Ufficio del Commissario dello Stato dice che la somma è di difficile quantificazione. Rifacendosi a un parere che il commissario straordinario dell’Ircac – per quello che ne sappiamo noi – avrebbe espresso alla terza Commissione legislativa dell’Ars. Ma il commissario dell’Ircac è illegiottimo da alcuni anni. Insomma…

NIENTE STABILIZZAZIONE PER I PRECARI
L’impugnativa dell’articolo 30 della Finanziaria, come abbiamo già scritto in altra parte del giornale, blocca, di fatto, la stabilizzazione dei precari. Violando l’articoli 3 e 97 della Costituzione, Governo e Ars hanno provato a creare una corsia preferenziale per i precari (addirittura anche per personale dirigenziale!), facendo fuori tutti gli altri cittadini e gli stessi dipendenti interni delle pubbliche amministrazioni ai quali sarebbe stata interdetta la possibilità di partecipare ai concorsi.
Questo articolo di legge impugnato mette la parola fine al tentativo di favorire i precari – raccomandati dai politici – rispetto a tutti gli altri cittadini privi di raccomandazioni. Non solo. Ma pone seri dubbi sulla stabilizzazione del personale precario: questo perché la stabilizzazione è il presupposto per il rinnovo dei contratti: mancando la possibilità di stabilizzazione viene meno i presupposto.
L’Ufficio del Commissario dello Stato ha bloccato anche la stabilizzazione del personale a tempo determinato in servizio presso gli uffici della regione (articolo 32).
Bloccata anche la retroattività della proroga per i precari degli enti locali (articolo 33). Il loro contratto non potrà partire dall’1 gennaio di quest’anno, ma dal momento in cui verrà rinnovato.

STOP AGLI EX PIP DI PALERMO
Bloccati anche l’articolo 34 della Finanziaria: quello che riguarda gli ex Pip di Palermo. Per questi lavoratori adesso dovrà intervenire lo Stato. In Aula è sorta una polemica perché una parte di questi 3 mila e 200 lavoratori sarebbe stata esclusa dal sussidio. Invece, adesso, sono stati esclusi tutti. 

COPPIE DI FATTO: SPOT ‘CASSATO’
Il Commissario dello Stato ha bloccato il pastrocchio sulle coppie di fatto. Il nostro giornale non ha mai dato peso a questo ghiribizzo voluto dal presidente Crocetta perché eravamo convinti – e i fatti ci hanno dato ragione – che l’impugnativa avrebbe fatto piazza pulita di questi tentativi legislativi velleitari e demagogici. E così è stato visto che l’articolo 37 che conteneva questo ‘spot elettorale’ è stato ‘cassato’.

ARTICOLO 47: MORTO CHE PARLA…
Con questo articolo Crocetta e l’assessore Bianchi hanno invitato il Commissario dello Stato – che alla fine non è napoletano – a misurarsi con la ‘smorfia’ napoletana. Il Commissario e il suo staff se la sono cavata bene, perché hanno trasformato questo articolo della Finanziaria in un “morto che parla”…
Stop a una non quantificata operazione sui trattamenti pensionistici degli ex Consorzi Asi (comma 7).
Con l’ ‘inchiummata’ del comma 8 il Commissario ‘cassa’ lo sconto del 50 per cento che il Governo del ‘rivoluzionario’ Crocetta avrebbe voluto fare ai ‘cavatori’ (cioè a chi gestisce le cave di pietra).
Saltano anche le agevolazioni Irap (comma 9). Per un motivo semplice: perché il Governo ha fatto tutto sulla parole, senza ‘cacciare’ i soldi.
“No” ai soldi per i lavoratori della Pirelli di Villafranca Tirrena (storia di 18 anni fa).
Impugnata anche la norma sullo ‘sconfezionamento’ dei medicinali, perché non rispetta le norme nazionali.

 

 

Redazione

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