Ars/ Tra la censura alla bella Nelli, il ‘caso Crias’ e il ‘siluro’ di Arnone a Crocetta e Lumia ci attende una settimana ‘elettrica’

PER L’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE, A MENO DI NUOVI COLPI DI SCENA, IL DESTINO SEMBRA SEGNATO. PROBLEMI PER I FORESTALI DOPO IL BLOCCO DELLO SCIPPO ALLA CRIAS DA PARTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO E FINANZE. MENTRE LA ‘GUERRA’ TRA COMUNI E GOVERNO REGIONALE E’ ORMAI NELLE COSE

Con l’arrivo della terza decade di ottobre i siciliani scoprono che la settimana politica che si è conclusa – di solito disastrosa – è comunque migliore di quella che si approssima. Perché la settimana politica e parlamentare che si apre oggi nella nostra Isola annuncia solo scenari di crisi e polemiche al vetriolo.

A tenere banco, tanto per cambiare, c’è la mozione di censura all’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra. Come abbiamo scritto ieri sera, dopo l’ennesima chiusura del PD al Governo regionale andata in scena ieri a Palermo – e dopo le nuove proteste di piazza annunciate da quasi tutte le sigle sindacali che operano nella Formazione – per l’assessore Scilabra il destino sembra segnato.

Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e i loro amici potrebbero inventarsi qualche altra cosa per durare un’altra settimana. Ma non avrebbero dove andare lo stesso. Giunti a questo punto, o l’assessore Scilabra si dimette, evitando di farsi ‘impiombare’ a Sala d’Ercole (perché per ‘impiombarla’ la impiombano’), o si becca una bella censura e poi… e poi saranno cavoli di Crocetta e Lumia.

I due – come abbiamo anticipato ieri sera – potrebbero decidere di andare allo scontro tenendo in Giunta l’assessore censurato. La legge glielo consente. Nella passata legislatura l’ex governatore Raffaele Lombardo l’ha fatto, tenendosi nel Governo Massimo Russo.

Oggi, però, il contesto politico è diverso. Già Crocetta non ha molta agibilità in Aula. Alzando ulteriormente i toni dello scontro, il presidente della Regione non potrebbe più mettere piede in Assemblea regionale siciliana. Allo scioglimento del Parlamento non crediamo: non subito, quanto meno. Ma l’Ars inizierebbe a legiferare senza il Governo. Insomma, il caos politico e istituzionale sarebbe assicurato.

Non è da escludere che il Governo regionale accetti di bere l’amaro calice e si sbarazzi di un assessore alla Formazione professionale che, fino ad oggi, con rispetto parlando, ha creato un quantitativo ‘industriale’ di ‘bordelli’ amministrativi e politici.

I nostri lettori sono convinti che noi facciamo il tifo per Anna Rosa Corsello assessore al posto di Nelli Scilabra. Non è così. Noi registriamo solo gli umori della politica. E se ‘radio tam tam’ ci dice che la dottoressa Corsello è una papabile per gestire un assessorato piuttosto complicato, beh, non possiamo che registrarlo e sottoporlo all’attenzione dei lettori.

Un’altra ‘turilla’ armata dal Governo è quella legata ai fondi Crias. Anzi, a un fondo di rotazione Crias (Cassa regione per il credito agli artigiani) che serve agli artigiani e agli agricoltori. Sono 20 milioni di euro destinati agli imprenditori siciliani: ovvero alle imprese artigiane e agricole che, nonostante l’Unione europea, l’euro, il Governo Renzi e il Governo Crocetta sono ancora in piedi.

Ebbene, che vorrebbe fare il Governo Crocetta? Prendere il 90 per cento di questi fondi per pagare gli operai della Forestale che quest’anno sono rimasti scoperti. Una manovra folle, come hanno fatto più volte notare gli artigiani e due organizzazioni agricole della Sicilia: la Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Confagricoltura.

La musica è sempre la solita: il Governo Renzi si è preso i soldi della Sicilia (915 milioni di euro nel 2013, un miliardo e 350 milioni di euro quest’anno, visto che non ha ancora restituito i 550 milioni di euro che aveva promesso lo scorso giugno) e Crocetta, dopo aver raschiato il barile fino all’inverosimile, prova, adesso, a mettere le categorie sociali ed economiche della nostra Isola l’una contro l’altra.

Che senso ha, infatti, mettere contro operai forestali da una parte e artigiani e agricoltori dall’altra parte? Così facendo non solo si indebolisce quel poco di tessuto imprenditoriale che rimane in piedi, ma si creano le condizioni per nuovi scontri sociali dei quali la Sicilia non avverte il bisogno.

Ci rendiamo conto che adesso il Governo regionale dovrà trovare 25 milioni (che secondo i nostri calcoli sono circa 30) per i forestali. Ma l’idea di prenderli eliminando il fondo di rotazione Crias – lo ribadiamo – è una follia.

Il presidente Crocetta, invece di fare il pesce in pesce nel barile renziano, si rechi a Roma e si faccia restituire i 550 milioni di euro che il Presidente del Consiglio, appena 4 mesi fa, si era impegnato ad erogare alla Regione siciliana. Il governatore si dovrebbe ricordare che prima di essere un sodale del capo del Governo nazionale del nostro Paese è un siciliano chiamato a fare gli interessi della Sicilia.

Prenda esempio, Crocetta, dai presidenti di altre Regioni italiane e dai Sindaci delle città del Nord che hanno annunciato le barricate contro i tagli del Governo Renzi. 

A proposito di città del Nord, l’incontro con gli amministratori dei Comuni siciliani promosso ieri a Palermo dal PD ci consegna un dato politico che già conosciamo e che esce ancora più rafforzato: ovvero il ‘divorzio’, non esattamente ‘consensuale’, tra i Comuni siciliani e il Governo regionale.

In altre parole, le dimissioni di Crocetta e il commissariamento della Regione siciliana chieste più volte nelle scorse settimane dal presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, sono state rafforzate ieri dall’incontro promosso dalla segreteria regionale del PD con gli amministratori dei Comuni. 

Insomma, il Sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia, Orlando, non ha parlato a titolo personale. Tutti gli amministratori comunali sono ipercritici verso l’attuale Governo regionale. Orlando ha interpretato in modo corretto quello che pensano quasi tutti i Sindaci dei Comuni dell’Isola. 

A creare problemi ai Comuni siciliani sono di certo i mancati trasferimenti finanziari di Roma e della Regione. Ma ancora più grave è il vuoto politico-pneomatico espresso dal Governo Crocetta rispetto a temi cruciali della vita pubblica siciliana: l’acqua che, come non ci stanchiamo mai di ripetere, resta nelle mani dei privati; e poi una gestione dissennata dei rifiuti, incentrata ancora oggi sulle discariche, solo perché i potentati che stanno dietro l’attuale Governo fanno soldi a palate con i rifiuti sottoterra.

Per non parlare della fallimentare riforma delle Province voluta dal Governo Crocetta e dall’attuale Assemblea regionale. Una legge – lo ricordiamo a chi l’avesse dimenticato – riscritta dagli uffici dell’Ars, che hanno stravolto la volontà parlamentare.

Una legge che calpesta l’articolo 15 dello Statuto, introducendo truffaldini Consorzi di Comuni che non sono affatto ‘liberi’ e tre Aree-Città metropolitane chiamate ad arraffare i fondi europei per salvare i bilanci in ‘rosso fisso’ dei Comuni di Palermo, Catania e Messina.

Questa legge regionale – lasciata a metà ad inizio d’anno – dovrebbe essere completata. Ma a furia di rinviare tutto, il Governo Crocetta si è fatto superare dalla presidenza dell’Ars, che ha preso l’iniziativa, presentando un disegno di legge (di mero recepimento della legge nazionale denominata Delrio) che Sala d’Ercole esaminerà al posto del tardivo disegno di legge del Governo. Di fato, un’altra sconfitta del Governo.

A tutto questo si aggiunge una pesantissima denuncia – della quale daremo contezza tra qualche ora – che Giuseppe Arnone, leader storico degli ambientalisti siciliani ed esponente del PD – ha presentato a carico di Crocetta, di Lumia e del ‘capo’ dell’Irsap, Alfonso Cicero. Un documento – ribadiamo: pesantissimo – nel quale Arnone attacca a testa bassa il capo del Governo regionale e alcuni degli alleati storici dello stesso Crocetta.

Insomma, ce n’è abbastanza per rendere sempre più ‘elettrica’ la settimana politica e parlamentare della Sicilia.

Giulio Ambrosetti

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