Ars/ Terza manovra finanziaria: l’impugnativa ci sarà, ma non intaccherà la manovra

L’UFFICIO DEL COMMISSARIO DELLO STATO NON DOVREBBE TOCCARE LA COPERTURA FINANZIARIA (IN TESTA IL NUOVO MUTUO DA 55 MILIONI DI EURO) E IL TAGLIO DELLE PENSIONI DEGLI EX DIPENDENTI REGIONALI. POTREBBERO SALTARE, INVECE, LE PROMOZIONI ALLA SEUS E GLI INTERVENTI PER GLI OPERAI DELLA EX PIRELLI DI VILLAFRANCA TIRRENA

Il responso dell’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana si conoscerà domani. Di scena la terza manovra finanziaria che, in realtà, avrebbe dovuto essere una leggi di variazioni di Bilancio 2014 trasformata impropriamente in legge omnibus. Stando a indiscrezioni, l’impugnativa ci sarà, ma non intaccherà la traballante e fantasiosa copertura finanziaria inventata da Governo e Ars.

Dovrebbe restare il mutuo da 55 milioni di euro che, con artifizi contabili, è stato ‘conteggiato’ come “investimenti”. Ipocrisia allo stato puro, perché anche le pietre sanno che sono 55 milioni di euro che finiranno in spesa corrente.

Dovrebbe passare anche una norma incostituzionale: il taglio delle pensioni degli ex dipendenti regionali. Com’è noto, in assenza di un vero Fondo pensioni regionale (ce n’è uno ricostituito, nel 2009, solo sulla carta), il costo delle pensioni è a carico del Bilancio regionale.

Con la scusa del taglio alle ‘pensioni d’oro’ (che sono poche e poco significative in termini di ‘cassa), il Governo infilerà le mani in tasca a una buona fetta di pensionati regionali.

Su questa vicenda l’informazione è stata scarna. E’ stato detto che il prelievo forzoso verrà effettuato a partire dalle pensioni di 3 mila euro al mese. Ma c’è il dubbio che detto prelievo inizi dalle indennità pensionistiche pari a 2 mila e 500 euro al mese. La verità la potranno raccontare solo i pensionati regionali.

Questa norma è doppiamente incostituzionale. In primo luogo, perché lede un diritto acquisito (la pensione). In secondo luogo, perché crea una disparità tra pensionati regionali e pensionati dello Stato.

La norma dovrebbe passare dal vaglio dell’Ufficio del Commissario dello Stato per due motivi. Primo: perché la Costituzione italiana del 1948 non è più di ‘moda’ (basti pensare al pareggio di bilancio- Fiscal Compact ‘costituzionalizzato’ e al ‘massacro’ del Senato). Secondo: perché – come ci ha ‘spifferato’ un parlamentare – Roma si accingerebbe a fare una cosa simile ai pensionati dello Stato, ovviamente al grido di “l’Europa lo vuole”.

Insomma, dovrebbe passare il mutuo da 55 milioni di euro per la spesa corrente e anche il taglio delle pensioni agli ex dipendenti regionali.

In questo secondo caso, ci si attende una pioggia di ricorsi. E lì sarà interessante capire quello che succederà, perché se tale principio dovesse passare, i prossimi ad essere colpiti potrebbero essere proprio le pensioni dei magistrati, on riferimento alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti.

Detto questo, allora in che cosa consisterà l’impugnativa? Forse potrebbe essere colpita la manovra sulle promozioni ‘nascoste’ della Seus, la società che gestisce il Serzivio 118 in Sicilia (leggere Pronto Soccorso).

La genesi di questa norma è strana. Non è passata dalla Commissione Sanità dell’Ars, passando “direttamente dal via”, come a Monopoli (cioè con l’approvazione da parte della Commissione Bilancio e Finanze di Sala d’Ercole).

Per questo motivo il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, l’aveva stralciata. Ma con una forzatura è stata rimessa in ‘pista’ e approvata.

Alla fine si tratta di una serie di promozioni fatte passare come altre cose. Manovra che l’Ufficio del Commissario dello Stato potrebbe avere intercettato e ‘inchiummato’, come si dice dalle nostre parti.

Un’altra impugnativa potrebbe riguardare gli interventi in favore di dipendenti di un’azienda che produceva gomme per motociclette e che ha chiuso i battenti una ventina di anni fa: la Pirelli di Villafranca Tirrena, in provincia di Messina.

Potrebbero saltare anche le pensioni integrative che Sala d’Ercole, tra un sotterfugio e l’altro, era riuscita ad infilare nella manovra. E, in generale, potrebbero saltare buona parte le norme già impugnate che il Parlamento siciliano a riproposto a ‘umma ‘umma. 

A rischio potrebbero essere gli interventi per le patologie del cavo orale. Mentre si dovrebbe salvare una nuova ‘infornata’ di assunzioni: i testimoni di giustizia che si preparano a ‘trasformarsi’ in dipendenti regionali.

Non si escludono problemi anche per le manovre sui locali ad uso abitativo.

 

 

Redazione

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