IL PRESIDENTE ARDIZZONE, DEPUTATI QUESTORI E DEPUTATI SEGRETARI SI SONO ‘CALMATI’ UN PO’. SOPRATTUTTO DOPO CHE HANNO SAPUTO CHE DI MEZZO C’E’ L’AVVOCATO CHE HA GIA’ FATTO MANGIARE LA POLVERE A SALA D’ERCOLE. LE PRECISAZIONI DELL’ONOREVOE RUGGIRELLO
Anche se la vicenda viene tenuta ‘bassa’, i rapporti tra la politica e gli uffici dell’Assemblea regionale siciliana non sono i migliori. Il clima tra deputati e molti Consiglieri parlamentari sembra piuttosto teso.
A creare problemi non è il personale dell’Ars, ma gli stessi deputati, che sentono di aver perso lo scontro – che peraltro hanno cercato loro – con il personale.
C’è stato, com’è noto, un tentativo, un po’ maldestro, di tagliare le retribuzioni ai Consiglieri parlamentari. Mossa operata – così almeno si è appreso – in modo non esattamente ortodosso. Cosa, questa, che ci viene smentita dall’onorevole Paolo Ruggirello, componente del Consiglio di presidenza dell’Ars, delegato proprio a seguire i rapporti con il personale.
“Il Consiglio di presidenza dell’Ars – ci dice l’onorevole Ruggirello – si sta limitando ad applicare il decreto Monti anche negli uffici del Parlamento siciliano. Lo stiamo facendo senza polemiche, nel rigoroso rispetto della legge”.
Gli facciamo notare a, noi, sono arrivate altre notizie: e cioè che queste decisioni il Consiglio di presidenza avrebbe provato ad adottarle senza una trattativa sindacale e andando ad incidere non soltanto sulla parte variabile della retribuzione, ma anche sulla parte fissa. Insomma – stando alle voci di corridoio – il Consiglio di presidenza dell’Ars, che forse non ha molta dimestichezza con le leggi, avrebbe provato a cambiare unilateralmente il contratto.
Insomma, a noi risulta che il Consiglio di Presidenza, nella seduta dello scorso 30 dicembre, in piene feste natalizie, avrebbe deciso, unilateralmente, di sospendere alcuni istituti contrattuali. Il tutto, lo ribadiamo, senza una preventiva trattativa sindacale. E a noi risulta anche che i Consiglieri parlamentari abbiano inoltrato una richiesta di accesso agli atti. Obiettivo: conoscere i contenuti della delibera.
Diciamo di più: a noi risulta che i Consiglieri parlamentari dell’Ars si sarebbero già rivolti a un noto avvocato lavorista di Palermo che a Sala d’Ercole è piuttosto noto, per aver fatto mangiare la polvere all’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e all’ex segretario generale della stesa Assemblea regionale siciliana, Giovanni Tomasello.
Al telefono, abbiamo chiesto ‘lumi’ all’onorevole Ruggirello, che, al contrario, ci ha detto che il clima è sereno, che si sta procedendo sui binari della normale trattativa sindacale.
“Lungi da noi – ci dice Ruggirello – l’idea di calpestare i diritti sindacali e, meno che mai, andare ad incidere unilateralmente e negativamente sugli istituti contrattuali”.
Insomma, rispetto a qualche settimana fa il clima sembra meno rigido. Lo stesso Ruggirello ci conferma la voce di corridoio stando alla quale tutti i provvedimenti che il Consiglio di presidenza avrebbe voluto assumere nei riguardi del personale sarebbero stati ‘congelati’ per un mese, in attesa di avviare una corretta trattativa sindacale.
La nostra sensazione è che la presidenza dell’Ars si ‘rimangerà’ l’insensato e ‘ascaro’ distacco dell’Ars dal regolamento del Senato della Repubblica. Un’iniziativa sbagliata, agognata dalla presidenza di Sala d’Ercole, che evidentemente non ha calcolato bene gli effetti nefasti che tale opzione avrebbe sulla vita del Parlamento siciliano.
Detto questo, lo ‘strappo’ tra personale dell’Ars e parlamentari c’è stato e sembra aver lasciato il segno. Non tanto tra chi lavora negli uffici di Sala d’Ercole, quanto tra alcuni parlamentari.
I quali sono molto infastiditi per aver dovuto rinunciare a qualcosa (in realtà a pochissimo: a rinunciare a oltre 3 mila euro al mese per i segretari saranno i parlamentari della prossima legislatura: cosa, questa, che nessuno dice).
La condotta sbagliata, da parte della politica, ha solo esacerbato il clima. Con refluenze negative nei lavori parlamentari. Per la prima volta nella storia dell’Autonomia, la politica è riuscita a mettersi contro il personale dell’Assemblea regionale.
Con molta probabilità, se la presidenza dell’Ars avesse dato meno retta alle pressioni del presidente della Regione, Rosario Crocetta (è lui ad essersi battuto per penalizzare i dipendenti dell’Ars, sobillato dai dirigenti esterni di Palazzo d’Orleans, invidiosi sia perché prendono ripetutamente ‘sberle’ dalla magistratura amministrativa, sian perché, non essendo vincitori di concorso, ma essendo solo raccomandati, guadagnano meno), e avesse tenuto nel debito conto le pratiche di buon senso, non si sarebbe arrivati a questo punto.
Nota a margine
Ah, dimenticavamo: nel vacuo tentativo di combinare solo ‘casini’ con il personale dell’Ars, si stanno ‘distinguendo’ i parlamentari del PD: che non solo stanno dimostrando di essere dei pessimi legislatori (lo scandaloso ‘regalo’ ai petrolieri di ieri sera esemplifica e sintetizza la loro ‘storia’ politica e la vergogna in cui è caduta la Sinistra siciliana), ma più passa il tempo e più cominciano ad assomigliare a Crocetta e ai ‘giuristi’ che lo stesso presidente si è portato dietro a Palazzo d’Orleans…
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