«Se oggi ci fosse la mozione di sfiducia, l’assessore Armao non avrebbe copertura politica». A pronunciare la sentenza, che ha raggelato gli animi a sala d’Ercole, non è stato il capo dell’opposizione all’Assemblea regionale, ma il capogruppo di Forza Italia, azionista di maggioranza della coalizione di Musumeci, Giuseppe Milazzo.
Un intervento durissimo, quello dell’esponente forzista vicino a Gianfranco Micciché, nel corso del dibattito sui negoziati chiusi con lo Stato e su quelli ancora aperti in materia finanziaria, tra cui quello sui fondi per le ex Province (150 milioni di euro). Il dibattito è nato a partire dalla relazione introduttiva che l’assessore al Bilancio, Gaetano Armao, ha presentato all’Aula. Il vicepresidente della Regione si è soffermato anche sulla gestione del disavanzo: 1,59 miliardi sono già stati spalmati in trent’anni, i restanti 546 milioni in tre anni, di questi 181 milioni potrebbero essere ripianati in quattro anni, stando a quanto prevede un emendamento del governo al Collegato. Armao ha assicurato che le spese congelate nell’ultimo bilancio saranno sbloccate in gran parte subito e 36 milioni in sede di assestamento.
Ma ecco che poco dopo a prendere la parola è stato Milazzo, secondo cui «questa relazione è fantascienza, il risultato è fallimentare. Se ci fosse stata la sfiducia – ha ribadito – lei non avrebbe avuto copertura politica: il mio giudizio è su di lei e non sul governo. La Sicilia è stata penalizzata dagli accordi con lo Stato – ha aggiunto – Se sulle ex Province siciliane alla Camera è passato un emendamento lo si deve a un collega parlamentare dei Cinque stelle e non di certo al ministro che non ha fatto nulla. Siete stati in grado di dare vantaggio politico ai Cinque stelle che qui da noi sono all’opposizione».
Ma in serata interviene lo stesso Nello Musumeci a difendere il suo assessore. «L’ho detto e lo ripeto: l’accordo finanziario tra la Regione ed il governo centrale non entusiasma nessuno, ma è il miglior risultato che potevamo ottenere nelle condizioni date. Un esito, per il quale voglio ringraziare ancora l’assessore all’Economia Armao, peraltro già illustrato a tutti i gruppi parlamentari all’Ars nella seduta del 4 giugno. Non sono abituato a mettere il naso nelle vicende interne delle forze politiche, ancorché alleate, e perciò mi astengo dall’esprimere qualsiasi giudizio sulle valutazioni fatte oggi in Aula. Sono certo che i sentimenti e i risentimenti elettorali, a tre settimane dal voto, cederanno il passo al duro, difficile e responsabile lavoro che attende tutti, coalizione e opposizione. I siciliani non capirebbero altrimenti».
Secondo il capogruppo del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, l’intervento di Milazzo ha aperto formalmente la crisi di governo. «Doveva essere un dibattito sull’accordo finanziario fra Stato e Regione, si è trasformato in un tutti contro tutti dentro quella che ormai è l’ex maggioranza di governo. Il presidente Musumeci ne prenda atto: il suo governo è al capolinea e, quel che è peggio, la sua coalizione sta riversando sui conti pubblici della Regione tensioni che sono tutte politiche. L’attacco che il capogruppo di Forza Italia ha rivolto all’assessore all’Economia colpisce direttamente anche il presidente Musumeci, – ha aggiunto Lupo – dal momento che è sua la firma in calce all’accordo con lo Stato. Il governo ha sottoscritto un’intesa finanziaria che va in direzione opposta rispetto a quelle che erano state le chiare indicazioni del Parlamento, approvate attraverso due ordini del giorno che impegnavano il governo a dare “preventiva comunicazione” all’Assemblea in merito alle trattative fra la Regione e lo Stato».
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