Via libera ai nuovi concorsi alla Regione, ma la riforma della dirigenza resta appesa al palo. Finisce così il lungo percorso del secondo collegato alla Finanziaria all’Ars, di cui sono stati approvati soltanto gli articoli, mentre oggi arriverà l’ok all’intero disegno di legge. Un iter travagliato, quello della norma sblocca-concorsi, che anche ieri a sala d’Ercole ha visto diverse sospensioni, insieme ai dubbi presentati dalle opposizioni, soprattutto rispetto a un paio di articoli, che avrebbero aperto ancora una volta alla possibilità di chiamare dirigenti esterni all’amministrazione, insieme al discusso articolo che, invece, avrebbe permesso ai dirigenti un avanzamento di carriera in assenza di concorso interno.
Il semaforo verde alla fine è arrivato stralciando le norme più contestate e approvando invece la norma sui concorsi, sia per funzionari che per dirigenti, attesa da undici anni. Già a partire dal 2020, quindi, sulla base del fabbisogno di ogni dipartimento – e nell’ambito del numero di posizioni che si libereranno in seguito ai pensionamenti ordinari – potranno essere avviate le selezioni. «Un risultato storico», secondo il presidente Musumeci, che rivendica il lavoro di sintesi fatto per arrivare al ddl, sorvolando però su una maggioranza sempre più liquida che di certo non ha reso lineare il percorso parlamentare. «Unitamente al piano di mobilità e all’analisi dei processi e delle professionalità, attualmente in corso – aggiunge Musumeci – con lo sblocco del turn-over il mio governo procede rapidamente nel profondo lavoro di ammodernamento ed efficientamento della macchina amministrativa».
Soddisfatta anche l’assessora alla Funzione Pubblica, Bernadette Grasso, che sin dal suo insediamento ha lavorato per mettere ordine alle risorse umane della Regione, prima attraverso l’aggiornamento del contratto dei regionali, di concerto con le organizzazioni sindacali, e adesso col nuovo piano di assunzioni. «Per effetto del blocco delle assunzioni e dei prepensionamenti – sottolinea Grasso – gli uffici della Regione si sono trovati a operare con un organico spesso sottodimensionato. A ciò si aggiunge l’elevata età media del personale attualmente in servizio, che incide anche sulla propensione all’utilizzo delle nuove tecnologie e sulla carenza di alcune importanti e innovative competenze». Il governo annuncia anche che dopo la sospensione estiva, sarà presentato dal governo un disegno di legge di riforma organica dell’intera materia, con particolare riferimento alla dirigenza.
A criticare la norma è invece la Funzione Pubblica della Cisl regionale. Secondo il sindacato infatti «la burocrazia regionale merita più di questo balletto a cui abbiamo assistito in questi giorni all’Ars». Sia Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia, che Fabrizio Lercara, segretario regionale del sindacato, chiedono di essere concvocati in prima commissione, dove è stata rispedita la discussa norma sui dirigenti «e poiché – aggiungono – la norma in questione tratta anche di riorganizzazione della dirigenza e di eventuali nuove assunzioni, vogliamo ricordare al governo che non sono più ammissibili ritardi nei lavori all’Aran per il rinnovo del contratto dei dirigenti regionali, visto che a livello nazionale sono invece già quasi pronti e come sempre i nostri lavoratori rischiano di restare indietro».
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