Ars, oggi audizione di Maurizio Graffeo in Commissione Finanze

A Palazzo Reale, oggi, l’Aula non offre molto di interessante. Invece è molto importante la riunione della Commissione Bilancio e Finanze, convocata per questo pomeriggio con all’ordine del giorno l’audizione del presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Sicilia, Maurizio Graffeo.

L’audizione è importante perché, qualche settimana fa, la Corte dei Conti, in sede di ‘parifica’ del Bilancio 2012, ha lanciato l’allarme sui cosiddetti ‘redidui attivi’, ovvero le entrare incerte, se non fittizie, che nel bilancio della Regione superano ormai abbondantemente i 3 miliardi di euro.

La Corte dei Conti ha intimato al Governo e all’Ars di costituire una sorta di fondo di garanzia (che, bene o male, fino alla passata legislatura c’era ed è stato eroso dalla gestione del Governo di Raffaele Lombardo) per fronteggiare queste probabili mancate entrate.

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi – in verità senza coinvolgere il Parlamento dell’Isola (uno ‘scivolone’ in termini di bon ton istituzionale) – si sono attivati, almeno a parole. Anzi, a pensarci bene, si sono attivati com’è nel loro stile: con le chiacchiere.

Solo che, dopo le promesse e le chiacchiere, appena qualche giorno fa, Governo e Ars hanno trovato poco più di 120 milioni di euro per prorogare fino al 31 dicembre di quest’anno i contratti ai 23 mila precari degli enti locali siciliani.

Peccato che questi 120 milioni di euro dovrebbero essere utilizzati, insieme con i 36 milioni di euro della tabella H, per costituire il fondo di garanzia, e non per pagare la proroga ai precari degli enti locali.

La faccia tosta di questo Governo regionale non ha limiti. Ai giudici della Corte dei Conti dice che con questi soldi e con i 36 milioni di euro ex Tabella H costituirà il fondi di garanzia. Ai precari degli enti locali dice che con questi soldi prorogherà i loro contratti fino al 31 dicembre. Governo e deputati cercano di auto-convincersi che troveranno oltre 80 milioni di residui di cassa nel bilancio (soldi puramente teorici) che, sommati ai soliti 36 milioni di euro della ex Tabella H, serviranno per costituire il fondo di garanzia.

Governo e Ars, in altre parole, stanno giocando al solito gioco delle tre carte, con i 120 milioni di euro di fondi globali che vengono sventolati ora per la proroga dei precari, ora per la costituzione del fondi di garanzia.

La nostra sensazione è che, oggi, il dottore Graffeo proverà a mettere in guardia Governo e Ars, invitandoli a evitare il solito gioco delle tre carte. Dubitiamo che la presenza del numero uno della Sezione di controllo della Corte dei Conti porterà consiglio ai ‘califfi’ di Sala d’Ercole.

Questo non tanto in forza delle recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 219 del 19 luglio di quest’anno: trovate l’articolo sul nostro giornale con il testo integrale della sentenza) che ha un po’ tarpato le ali alla Corte dei Conti nei rapporti con le Regioni a Statuto speciale, quando perché Governo e Ars, che per ora discordano su tutto, su una cosa concordano: nel tentare di scaricare sul Commissario dello Stato la responsabilità della mancata proroga del contratto dei precari degli enti locali.

Ci spieghiamo meglio. Come già accennato, 120 milioni di fondi globali servono per il fondo di garanzia e non per il rinnovo dei contratti ai 23 mila precari degli enti locali. L’Ars, tra qualche settimana, approverà comunque la legge di proroga dei contratti dei precari.

A questo punto il commissario dello Stato sarà tra due fuochi: se non impugnerà la legge, nei prossimi mesi, quando si apriranno i ‘buchi’ nel bilancio per le probabili mancate entrate, diranno che la responsabilità è del suo ufficio che non ha impugnato la legge.

Se impugnerà la legge di proroga dei precari – cosa a nostro avviso probabile – i politici diranno ai 23 mila precari degli enti locali: “Noi il contratto ve l’abbiamo rinnovato, a bloccarlo è stato il Commissario dello Stato…”.

La cosa più seria sarebbe quella di disinnescare questa ‘mina’ sociale chiedendo a Roma una parte dei soldi che ci ha ‘rapinato’ con il Fiscal Compact (914 milioni di euro dal bilancio di quest’anno: una follia!). Ma dubitiamo che il Governo di Rosario Crocetta abbia la forza e il coraggio per avviare un’interlocuzione seria con la ‘Capitale’.

A nostro avviso proveranno a ‘convincere’ il Commissario dello Stato che la legge sulla proroga dei 23 mila precario non potrà essere impugnata per motivi di ordine sociale…

Dimenticavamo: la proroga durerà fino al 31 dicembre, ammesso che non venga impugnata. Poi i 23 mila precari degli enti locali siciliani saranno in mezzo alla strada. A meno che non intervenga Roma. Ma il momento per chiedere a Roma di intervenire è questo e non a dicembre, quando i giochi saranno già fatti.

 

 

 

 

 

 

Redazione

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