Ars, niente mozione di sfiducia, ma legge omnibus e sanatoria edilizia lungo le coste

L’unica cosa certa è che il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, rimane al proprio posto. Per ora. Non per la sua bella faccia, ma perché i novanta ‘califfi’ di Sala d’Ercole, in questo momento, hanno un’esigenza che è più forte di qualunque mozione di sfiducia al Governo: approvare a tamburo battente il disegno di legge sullo ‘sviluppo’. Detto questo, non vorremmo fare ‘allarmare’ i nostri lettori: tranquilli, non si parla di sviluppo economico e di nuova occupazione, ma di ‘sviluppo’ delle clientele, ovvero della legge omnibus che dovrebbe consentire ai parlamentari di tuttii colori – commissario dello Stato permettendo – di affrontare la campagna elettorale per le elezioni regionali con una certa ‘serenità’.

Questa, grosso modo, è la decisione che è emersa nella conferenza dei capigruppo che si è riunita oggi. Dunque, almeno per ora, le mozioni di sfiducia, i cartelloni con i nomi – anzi con i cognomi – dei deputati dell’Ars che annunciano improbabili dimissioni e le altre sceneggiate di questi giorni sono sospese. La ‘ricreazione’ è finita. Si torna in ‘classe’. Per parlare di cose serie. Che sono, grosso modo, tre. Vediamole.

La prima cosa l’abbiamo già annunciata: è la legge omnibus. Una grande tavola apparecchiata dove dovranno ‘mangiare’ tutti.

La seconda cosa è una mezza farsa per tenersi in ‘caldo’ i precari: una bella legge-voto da spedire a Roma. In pratica, si dovrebbe trattare di una legge regionale che dovrebbe invitare il parlamento nazionale a risolvere la questione precari siciliani. Cioè a stabilizzarli. Insomma, la ‘patata’ passerebbe nella mani di Mario Monti e di Elsa Fornero che, d’accordo con i partiti che sostengono l’attuale Governo nazionale in parlamento -Pdl, Pd e Udc – dovrebbero trovare i soldi per ‘stabilizzare i precari made in Sicily.

Vi sembra impossibile? Dite che è come raccomandare le pecore al lupo? Adesso non esageriamo: in fondo, molto in fondo, anche Monti e la Fornero hanno un cuore…

Poi c’è il terzo disegno di legge: la cosiddetta blocca-nomine. Il presidente Lombardo, è noto, sta nominando e promuovendo amici e sodali a destra e a manca. Con l’approvazione di questa legge, tutti i nominati decadranno. Tutti? Ufficialmente sì. Praticamente – e questa è una nostra illazione – si dovrebbero salvare quelli nominati con sani criteri di lottizzazione, possibilmente ‘consociativi’. E su questo ci sarebbe la ‘consulenza’ del Pd, che – da parte comunista – vanta ‘antiche tradizioni’ in materia…

Insomma: se Lombardo si comporterà bene e lottizzerà equamente le poltrone si potrebbe trovare una soluzione ‘democristiana’; se Lombardo si comporterà, invece, da doroteo – cioè secondo la propria coscienza che è profondamente dotorea – gli faranno saltare il ‘giocattolo’.

Un capitolo a parte merita la sanità. Cioè le nomine dei direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie. Questi incarichi scadono il 31 agosto prossimo. Lombardo,ovviamente, è pronto con le nuove nomine. Che potrebbero anche essere azzerate dalla nuova Assemblea regionale siciliana che, in teoria, si dovrebbe insediare a ottobre. Ma questo costerebbe un sacco di soldi. Perché i direttori nominati il prossimo 31agosto vorrebbero – legge alla mano – essere pagati per tre anni, cioè per la durata del proprio contratto. Uno sperpero di denaro pubblico incredibile (e forse insostenibile per le sempre pi magre ‘casse’ regionali).

E allora? Semplice. Si approverà un aticolo di legge – magari nella stessa legge blocca-nomine – che proroga di un anno i mandati degli attuali direttori generali. Che, alla fine, saranno quelli che ci guadagneranno da questa finta crisi del Governo Lombardo, perché metteranno in ‘saccoccia’ un altro anno. “Accansamu”, si direbbe nella nostra lingua.

E la mozione di sfiducia? Non si capisce. Forse verrà messa in calendario dopo l’approvazione di queste tre leggi. Forse – come ha suggerito il presidente dell’Ars, Francesco Cascio – potrebbe essere posta in discussione dopo il 29 luglio se Lombardo – cosa non improbabile – tenterà d gettare nel cesso il contenuto del ‘calice amaro’. O, forse, non se ne farà nulla, perché ogni ‘califfo’, alla fine, si terrà i propri 20 mila euro al mese fino al maggi del prossimo anno, facendo prevalere i ‘grandi principi’ della politica con la ‘P’ maiuscola…

Dopo di che abbiamo il dovere di informare i nostri lettori su quello che sarà la legge omnibus. Cosa sarà? Un grande calderone con dentro tutto. Anche agomenti che, con molta probabilità, terranno impegnati anche a giugno gli uffici del commissario dello Stato.

La notizia è che i ‘califfi’ hanno ‘fame’. Alle spalle hanno accumulato tre o quattro (scusate, ma non ricordiamo più il numero) impugnative consecutive su leggi di spesa. Adesso, con i soldi che dovrebbero arrivare chissà da dove, spunteranno clientele di tutti i generi e di tutte le specie. Soldi ‘mansi’, però, non come quelli dell’Avviso 20, che sono una presa per i fondelli, visto che tutti i finanziamenti degli enti di formazione dovranno ripassare – ad uno ad uno – dalla Corte dei Conti. Con il rischio non solo che vengano ‘’bocciati’, ma che diventi addirittura impossibile fare la ‘cresta’: cosa che nella formazione professionale siciliana sarebbe – questa sì – una ‘rivoluzione’.

Tirando le somme, in questa legge omnibus ne vedremo di tutti i colori: agricoltura (per esempio la vendemmia verde), artigianato, industria, lavoro, acqua, vino, rifiuti e chi più ne avrà più ne metterà.

C’è, infine una notizia ferale: il solito onorevole Paolo Ruggirello da Trapani si appresta a presentare la solita sanatoria edilizia lungo le cosche, pardon, lungo le coste (ogni tanto ci confondiamo pure noi). Già il Ruggerellone-simpaticone ci ha provato l’anno scorso. Dietro di lui, ovviamente, c’è il Governo regionale. Gli attuali governanti negheranno tutto, anche che la sanatoria edilizia interesserebbe non solo Trapani, ma tanti ‘amici’ di Catania e Siracusa.

Che faranno i partiti? E’ quello che cercheremo di capire.

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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