Ars: nella confusione generale l’unica cosa chiara è la mozione di censura per l’assessore Scilabra

SI APRE OGGI IN SICILIA UNA SETTIMANA POLITICA E PARLAMENTARE ALL’INSEGNA DEL CAOS POLITICO E AMMINISTRATIVO. IL PD, PER LA QUINTA O SESTA VOLTA, PASSA ALL’OPPOSIZIONE DEL GOVERNO CROCETTA. E MENTRE LA SICILIA AFFONDA, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PENSA A SISTEMARE QUALCHE ‘SIGGIUZA’ A SIRACUSA

Si apre oggi per la Sicilia una settimana politica e parlamentare densa di appuntamenti. Domani dovrebbe riaprire i battenti Sala d’Ercole. All’ordine del giorno del Parlamento dell’Isola ci dovrebbe essere, tanto per cominciare, la conferenza dei capigruppo per stilare il calendario dei lavori d’Aula.

Di certo, ai primi posti, se non al primo posto, ci dovrebbe essere l’esame e il voto sulle due mozioni di censura all’assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. Entrambe le mozioni – la prima presentata dai partiti del centrodestra e la seconda dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle – chiedono le dimissioni dell’assessore Scilabra.

A quest’appuntamento si arriva proprio nel giorno in cui – non sappiamo se per la quinta o per la sesta volta in due anni – il PD siciliano annuncia di essere passato all’opposizione del Governo di Rosario Crocetta.

Qui già, dalla politica, ci spostiamo nell’area delle sceneggiate napoletane in salsa siciliana. Non dobbiamo dimenticare che già l’ex segretario regionale di questo Partito, Giuseppe Lupo, nel passato, ha annunciato un paio di volte il ‘divorzio’ del PD dal Governo Crocetta.

Ovviamente, solo parole. Perché oggi l’area del PD rappresentata dallo stesso Lupo esprime l’assessore regionale all’Economia, Maurizio Agnello. Un’altra area del PD – i renziani – sono in Giunta con l’assessore al Lavoro, Giuseppe Bruno.

Se ne deve dedurre che, al massimo, solo l’ala dei cuperliani del PD siciliano passerebbero all’opposizione. Solo che che i cuperliani sono all’opposizione già da tempo.

Se ne dovrebbe dedurre, allora, che oggi, se è vero che il PD passerà all’opposizione del Governo Crocetta, anche i renziani di Davide Faraone e l’area Lupo dovrebbero dare indicazione, rispettivamente, all’assessore Bruno e all’assessore Agnello di dimettersi. Sarà così o assisteremo all’ennesina sceneggiata?

In tutto questo, l’assessore Scilabra, davanti alla prospettiva della censura da parte di Sala d’Ercole, ha dato mandato al Ciapi di sbloccare un po’ di corsi. Sulla carta dovrebbero essere 321 corsi. In pratica, sono 149 corsi. Più quelli che potrebbero sbloccarsi oggi, se è vero che è convocata una riunione.

In ogni caso – questo va detto per non creare illusioni tra i lavoratori degli enti definanziati – i corsi che il Ciapi metterà in piedi non potranno mai assorbire i circa mille e 400 lavoratori rimasti disoccupati.

Ma al di là dei numeri, quasi sempre ‘ballerini’ quando c’è di mezzo la gestione della formazione professionale da parte di questo Governo, restano sul tappeto tutte le emergenze sociali della Sicilia.

Mentre il presidente Crocetta si affanna a ribadire i ‘successi’ del suo Governo, la nostra Isola affonda. La sanità pubblica è allo sbando. L’agricoltura è un delirio. La grande industria o non c’è più (è il caso della Fiat di Termini) o è in crisi (Gela). La piccola industria è in sofferenza, travolta dalle tasse del Governo Renzi e dalle tasse comunali.

Ancora. I Comuni sono al quasi dissesto finanziario. Le Province sono alle prese con una ‘riforma’ già fallita in partenza, se è vero che i Consorzi di Comuni – istituiti in barba allo Statuto siciliano – non li vuole nessuno. Per non parlare delle tre Aree-Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) sulle quali incombe lo spettro del ridicolo.

La gestione dei rifiuti non è solo un disastro: è nelle salde mani dei signori delle discariche. Affarismo e inquinamento dell’ambiente, se è vero che la raccolta differenziata è ancora, nella stragrande maggioranza dei casi, un miraggio, mentre torna lo spettro dei termovalorizzatori, ovviamente abusivi, visto che non c’è un Piano dei rifiuti che li preveda.

L’acqua rimane preda dei privati.

La gestione dell’ambiente è un altro disastro (si pensi ai tanti depuratori sfasciati: ed è solo uno dei tanti esempi).

Della formazione professionale non c’è molto da dire: ormai è in subbuglio e si attendono solo i moti di piazza.

Non parliamo delle politiche attive del lavoro. In questo marasma generale, infatti, il Governo Crocetta è riuscito persino a trovare un dirigente generale ‘sbagliato’: Lucio Oieni, che quindici giorni fa è stato nominato al posto della dottoressa Anna Rosa Corsello, non si è insediato perché ci sarebbero problemi amministrativi (leggere incompatibilità) confermati dallo stesso presidente Crocetta.

Tutto questo mentre non si capisce più nulla dei tirocini formativi (i mille e 600 giovani disoccupati selezionati con i contestatissimi click day sono validi o no?). E mentre si attende l’avvio del Piano Garanzia Giovani.

Insomma, confusione amministrativa su tutta la linea.

Cosa fa il Governo Crocetta davanti a questo caos? Il presidente vorrebbe ‘sbarellare’ l’assessore Mariarita Sgarlata per fare posto, sembra, a Pippo Gianni (così almeno sostiene l’ex parlamentare del PD, Roberto De Benedicts).

Questa storia della piscina nella villa dell’assessore Sgarlata, con molta probabilità, sembra legata al voto nelle sei sezioni della provincia di Siracusa. E’ noto che, per la prima volta da quando esiste l’Autonomia, la magistratura – davanti a ipotesi di confusione elettorale – ha disposto la celebrazione delle elezioni solo in sei sezioni di questa provincia.

Con molta probabilità, ‘sbarellando’ l’assessore Sgarlata (che viene data in quota PD-area Renzi, ma che sembra difesa solo dal Sindaco di Siracusa, Gianfranco Garozzo) e mettendo al suo posto un proprio sodale, Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia contano di acquisire un voto in più in aula.

In questo bailamme c’è anche il ‘caso’ dell’assessore al’Economia, il già citato Maurizio Agnello. Accusato dai parlamentari di Sala d’Ercole di non aver imposto a Riscossione Sicilia spa – società controllata dalla Regione – il blocco della chiusura delle sedi periferiche della società.

Il Parlamento siciliano, con una legge e con ordini del giorno, ha stabilito che le sedi periferiche di Riscossione Sicilia non debbono chiudere. Ma la società li sta chiudendo lo stesso. Così i parlamentari di Sala d’Ercole se la sono presa con l’assessore Agnello. Il quale, con molta probabilità, c’entra poco o nulla, se è vero che le partecipate sono ‘terreno di caccia’ del ‘Cerchio magico’ di Crocetta che, forse – per motivi che rimangono misteriosi, se non oscuri – comanda più dello stesso Crocetta.

Morale: l’assessore Agnello si è beccato anche lui una mozione di censura.

Nel calderone c’è anche la questione del voto  in provincia di Siracusa di cui riferiamo in altra parte del giornale.

Insomma, anche sul fronte politico, confusione su tutta la linea.

Redazione

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