A meno di nuovi colpi di scena, oggi Sala dErcole dovrebbe approvare bilancio e finanziaria. Laccordo tra le forze politiche sarebbe stato trovato ieri sera nel corso del solito tavolo di confronto. Si tratterebbe di unintesa che salverebbe le risorse per il trasporto locale, per le isole minori (ma perché non chiamarle arcipelaghi siciliani?) e per i clienti della tabella H. Verrebbero invece penalizzati i Comuni, ai quali verranno tolti un po di soldi per pagare gli Ato rifiuti. La notizia è che sarebbe stata accolta la richiesta del Pdl di azzerare i commissari liquidatori degli stessi Ato rifiuti, che verrebbero sostituiti da gestioni stralcio e da società d’ambito. Laltra notizia sono i retroscena di uno scivolone parlamentare del presidente dellArs, Francesco Cascio, che sarebbe stato mal consigliato dai vertici dei propri uffici. Ma andiamo per ordine.
Ieri – e nei giorni scorsi – in Aula la confusione è stata sovrana. Comè noto, il commissario dello Stato ha imposto al governo e ai 90 califfi di sbaraccare i 480 milioni di euro relativi alla cosiddetta valorizzazione dei beni immobili della Regione. Si tratta, infatti, di entrate rigorosamente false. Governo e Ars, bontà loro, hanno deciso di ridurre da 480 a 180 le entrate fasulle. Il primo putiferio è scoppiato sul come reperire i 300 milioni di euro che, da entrate false, debbono diventare soldi veri. Prendendoli – non c’è altra soluzione – dagli altri capitoli. Quali? Dopo un lungo travaglio è stato deciso di spalmare il prelievo di 300 milioni da tutti i capitoli di bilancio (anche se il governo ha provato, senza riuscirsi, a penalizzare alcuni capitoli per alvarne altri).
A questo punto si è posta la questione dei restanti 180 milioni di entrare fittizie che a Sala dErcole, ipocritamente, vengono considerate vere o, al massimo, di difficile esigibilità. Siccome questi soldi per ora non ci sono ed entreranno (ma quando?) nelle casse della Regione dopo aver valorizzato i beni immobili regionali, bisogna ricorrere a un accantonamento negativo. Da qui un altro problema: indicare da dove prenderli nel caso in cui questi 180 milioni di euro non dovessero materializzarsi (questa è una delle poche certezze del bilancio regionale). Qui è scoppiato un secondo putiferio. Il governo avrebbe voluto scrivere nella manovra che, in caso di mancata entrata (riferita sempre ai 180 milioni di euro), sarebbero stati presi dai fondi del trasporto locale, delle isole minori e dalla tabella H. Da qui la protesta di operatori del trasporto locale, dei sindaci delle isole minori e dei clienti (che sono tanti) della tabella H. E naturalmente dei deputati.
Insomma, se cera ancora qualche ingenuo che credeva che questi 180 milioni di euro a valere sulla valorizzazione dei beni regionali un giorno si sarebbero materializzati, la polemica di ieri ha fugato questo dubbio. Perché i primi a non crederci sono proprio i deputati. Questi soldi non ci sono. Tutti sanno che si tratta di soldi fantasma. E allora? E allora è stato deciso,anche in questo caso, di spalmare’ il prelievo di questi soldi che non entreranno su tutti i capitoli di bilancio.
Domanda: non sarebbe stato più semplice abolire sin dall’inizio questi480 milioni di entrare finte invece di bloccare Sala d’Ercoole per due settimane?
Brutte notizie per i Comuni siciliani. Ai quali verrà tolta una parte del finanziamento annuale della Regione per pagare gli Ato rifiuti che, in assenza di questi soldi, avrebbero bloccato la raccolta dellimmondizia in mezza Sicilia. Per pagare questi Ato rifiuti sarebbero stati disponibili, ad esempio, i 50 e passa milioni di euro della tabella H. Invece tutti i parlamentari – di maggioranza e di opposizione – hanno deciso di alleggerire le casse dei Comuni. Con la promessa di vendere (e non di valorizzare…) qualche bene immobile regionale per restituire agli stessi Comuni il mal tolto. Un delirio.
Quindi la ‘botta’: vengono azzerati i commissari liquidatori degli stessi Ato rifiuti. Quello che succederà non è ancora chiaro. La speranza – ma è una speranza, non una certezza – è che si ponga fine al sistema folle e truffaldino che ha portato molti Comuni siciliani a indebitarsi con le gestioni – anche private – della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Quello che possiamo dire è che subentreranno le gestioni stralcio e, forse, le società d’ambito. In ogni caso, informeremo i nostri lettori su quello che succederà.
Infine, il retroscena sui lavori parlamentari. Ieri, il presidente dellArs, Cascio, in un momento di estasi parlamentare, ha provato a forzare i lavori dAula. Nella sua testa – e nella testa di chi gli ha consigliato questa aporia parlamentare – avrebbe dovuto accelerare i lavori dAula. In pratica, Cascio ha presentato una specie di papello (non quello famoso, per carità, ma un altro e, soprattutto, di altri contenuti) nel quale cerano commi emendabili e altri intoccabili.
Ovviamente, quando Cascio, incautamente, si è avventurato su questa strada (senza uscita) è scoppiato, tanto per cambiare, un altro putiferio. I parlamentari Fabio Mancuso, Nino Beninati e Innocento Leontini (tutte tre suoi compagni di partito, peraltro), se lo stavano mangiando vivo. Poi sono arrivati Titti Bufardeci e Michele Cimino con i condimenti per renderlo più gustoso. Il risultato è che Cascio è stato costretto a rimangiarsi tutto e ad aggiornare i lavori ad oggi. Un disastro.
Chi ha consigliato al presidente dellArs di compiere quella che, in fondo, non è stato altro che una bacarata parlamentare? I dubbi si appuntano sulla segreteria generale dellArs, che di questi tempi non sembra particolarmente lucida. Forse un ripasso del regolamento non guasterebbe. Certe volte sono un toccasana contro le amnesie…
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