Ars, l’opposizione propone la guerra alla plastica Pd e cinquestelle presentano due disegni di legge

Cinquant’anni in media, il tempo in cui rimangono in circolo le stoviglie di plastica, moltiplicate per un consumo pari a circa due chili monouso l’anno per ciascun siciliano, tra posate, piatti, bicchieri e cannucce. Dopo i primi, temerari Comuni siciliani, tra cui Avola, Noto, Lampedusa, Malfa (Salina), Pantelleria, che attraverso singole ordinanze sindacali hanno messo al bando l’uso di stoviglie in plastica, ecco che approdano all’Ars due diversi disegni di legge per dire addio a piatti e cannucce in tutto il territorio regionale. Ad esaminare le due proposte normative sarà la commissione Ambiente, provando anche a fare sintesi tra i testi depositati rispettivamente dal Movimento 5 stelle (primo firmatario Giampiero Trizzino) e del Pd (primo firmatario Michele Catanzaro).

Proprio il deputato dem originario di Sciacca, nella sua relazione introduttiva, si rivolge ai colleghi parlamentari ammettendo che «sicuramente ognuno di noi ha la consapevolezza della complessità del tema dei rifiuti che, ad oggi, appare uno dei più cronici e complessi da risolvere e che sfocia di sovente in una vera e propria emergenza con un enorme impatto negativo in termini economici e turistici, fino a giungere a vere e proprie emergenze sanitarie».

E se, da una parte, è compito del governo regionale trovare una soluzione per portare nel più breve tempo possibile la Sicilia in regola con la direttiva comunitaria che prevede che almeno il 65 per cento del rifiuto prodotto venga differenziato e non finisca in discarica, «allo stato attuale – ammette Trizzino – la prevenzione rimane un concetto pressoché astratto la cui applicazione, senza sistemi regolamentari precisi, rimane alla sensibilità, economica più che ambientale, di produttori e consumatori». «Appare chiaro – aggiunge nella sua relazione Catanzaro – che si è portati meno a ragionare sulla genesi del ciclo dei rifiuti ovvero la produzione e il consumo delle materie destinate a divenire rifiuto. Risulta palese quindi che una maggiore attenzione nei confronti di politiche che limitino la produzione, la commercializzazione e l’uso di materie non riciclabili o riutilizzabili equivale in definitiva a una minore produzione di rifiuti».

Il testo dei cinquestelle introduce incentivi in termini di patrocinio gratuito da parte della Regione per quelle iniziative attente alla tutela dell’ambiente e allo stesso tempo vieta di concedere patrocini, sia gratuiti che onerosi, a sagre o feste che prevedano l’utilizzo di cannucce monouso non biodegradabili. Il testo depositato invece dal gruppo dem si spinge oltre e «introduce un sistema sanzionatorio per il quale in caso di mancato rispetto delle disposizioni previste dal disegno di legge è prevista una sanzione pecuniaria da cinquemila a diecimila euro». Insomma, differenziare va bene, ma la Sicilia, seppur in fortissimo ritardo, comincia a guardare alla fonte del problema per arginare i danni. Quantomeno quelli futuri.

Miriam Di Peri

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