Tanto tuonò che piovve. Dopo settimane di stallo, l’Assemblea Regionale questo pomeriggio è tornata ad essere produttiva, approvando i due disegni di legge sul riordino del settore della pesca e sul diritto allo studio, insieme a diversi ordini del giorno (compreso quello che impegna il governo regionale a rivendicare al tavolo ministeriale i 350 milioni di euro per le ex Province). E a proposito di enti intermedi, il primo colpo di scena è arrivato dalla conferenza dei capigruppo, che ha stabilito di rimandare a un apposito ddl il tema delle elezioni di secondo livello nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane.
Si è poi passato a un esame veloce dei due disegni di legge, approvati entrambi in un singolo pomeriggio. La norma che interessa il settore ittico, a cui a lungo si è lavorato nelle commissioni di merito, punta a modernizzare, innovare e valorizzare le attività degli imprenditori ittici, favorendo la pesca turismo, l’ittiturismo e la vendita diretta. Ma non solo: la nuova normativa ha tra le proprie finalità lo sviluppo delle infrastrutture di filiera come i mercati del pescatore, i mercati ittici, i porti e i luoghi di sbarco, da realizzare attraverso la costituzione di una «rete di Coordinamento dei comuni marinari siciliani», preservando il patrimonio culturale di borghi marinari, tonnare fisse, barche da pesca tradizionali come le feluche, e il sostegno delle relazioni e della cooperazione transfrontaliera mediterranea. È, inoltre, prevista l’istituzione del «Registro delle identità della Pesca Mediterranea e dei Borghi Marinari», che sarà tenuto dal dipartimento regionale della Pesca Mediterranea e avrà l’obiettivo di identificare, documentare e classificare i saperi e le conoscenze marinare al fine di salvaguardarle dal rischio estinzione.
«Si tratta di una norma che esce ulteriormente arricchita dal passaggio parlamentare con un articolo che è stato oggetto di particolare attenzione e approfondimento nelle fasi preliminare all’arrivo in parlamento – ha detto l’assessore per la Pesca, Edy Bandiera -. Con questa ulteriore norma, infatti, consentiamo alle imprese di pesca e alle aziende del settore di potere ripartire dopo accadimenti che di fatto ne ostacolerebbero ogni opportunità».
Dopo l’ok alla legge sul riordino della pesca, l’Aula è passata poi all’esame del ddl sul diritto allo studio, la cui approvazione è arrivata in serata. Fra i vari interventi, la nuova legge prevede la costituzione della Consulta regionale per il diritto allo studio, dell’Anagrafe scolastica regionale degli studenti, interventi per il trasporto scolastico, borse di studio, potenziamento linguistico, prestito d’onore per studenti universitari meritevoli, servizi scolastici per alunni diversamente abili o con disturbi specifici dell’apprendimento, valorizzazione delle scuole nelle isole minori, aree montane o metropolitane soggette a degrado sociale e prolungamento del tempo scuola. Un’attenzione particolare è dedicata allo sport, con misure per la promozione di attività motorie anche a livello agonistico, per migliorare lo stile di vita e contrastare la dispersione scolastica. E, ancora, l’internazionalizzazione e il potenziamento delle attività interculturali, misure di contrasto alla violenza e alla discriminazione, formazione dei docenti sui temi di maggiore evidenza sociale.
«La nuova legge – spiega l’assessore Lagalla – garantirà agli studenti un percorso formativo qualitativamente adeguato e universalmente accessibile, per contrastare i dati preoccupanti e penalizzanti sulla dispersione scolastica e intervenire positivamente sul livello generale delle competenze. Potremo recuperare opportunità perdute e ripristinare il ruolo centrale della conoscenza per lo sviluppo della nostra società. Partire dai giovani significa supportare la crescita economica del territorio, ponendo il tema dell’istruzione alla base del possibile superamento delle attuali disuguaglianze, causate dalle differenti condizioni di partenza di natura economica o sociale».
A distanza, intanto, l’annuncio del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ieri aveva iniziato lo sciopero della fame per protestare contro lo stato di abbandono delle ex Province. Dopo l’ok all’ordine del giorno che impegna l’esecutivo regionale a rivendicare i 350 milioni di euro che gli enti intermedi rivendicano per ripartire, De Luca ha annunciato lo stop allo sciopero della fame.
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