Ars, da oggi via alle variazioni di bilancio. Sullo sfondo il ‘buco’ da 3 miliardi di euro di mancate entrate

UNA PARTE DI QUESTI FONDI ANDRA’ ACCANTONATA PENA L’IMPUGNATIVA. NON E’ VERO CHE LA SICILIA NON SPENDE I FONDI EUROPEI: HA UTILIZZATO QUASI TUTTO IL FONDO SOCIALE EUROPEO E QUASI TUTTO IL PSR. ANCHE SE NON SI CAPISCE DOVE SIA FINITA QUESTA MONTAGNA DI SOLDI (QUASI 3,6 MILIARDI DI EURO). SONO FINITI IN SPESA CORRENTE IMPRODUTTIVA? ALTRA DOMANDA: PRESTITO DA UN MILIARDO PER LA SPESA CORRENTE?

Inizia oggi – o almeno dovrebbe iniziare, il condizionale è d’obbligo – in Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars il dibattito sul disegno di legge di variazioni di bilancio. Non è una grande legge (ammesso che lo diventi). Ci sono appena 71 milioni di euro che dovrebbero servire per i Comuni, per le Province, per i forestali e per un paio di clientele della ex Tabella H.

La discussione inizia nel peggiore dei modi possibili. Le dimissioni dei due assessori – Luca Bianchi e Nino Bartolotta – sono state due sceneggiate napoletane e sono, di fatto, rientrate. Da parte sua, il governatore Rosario Crocetta è riuscito a rinviare il rimpasto a dopo le elezioni dei segretari provinciali del PD ( in realtà, c’è chi sussurra che il presidente avrebbe solo preso tempo). Restano, però, sul tappeto problemi irrisolti.

A cominciare proprio dalle variazioni di bilancio. Di fatto, ancoro una volta, andando contro le indicazioni della Corte dei Conti, Governo e Ars cercheranno di spendere questi 71 milioni di euro dimenticando il ‘buco’ dei residui attivi.

Per la cronaca, la Regione deve fronteggiare entrate inesigibili pari a circa 3 miliardi di euro! la Corte dei Conti ha chiesto l’accantonamento di una sorta di fondo rischi. Non sappiamo in base a quali ‘magheggi’ contabili si sarebbero già ‘materializzati’ 200 milioni di euro di fondo rischi. Sono soldi ‘veri’ o è il solito ‘trucco’ dei ‘prestigiatori’ contabili dell’assessorato regionale all’Economia, abilissimi in questa variante del gioco delle tre carte? Non si sa (se la regione dovesse fallire, questi signori, soprattutto nei paesi dove il gioco delle tre carte è molto richiesto, avrebbero un sicuro futuro…).

Si sa che ci sono. ma si sa anche che, a fronte di un ‘buco’ di 3 miliardi di euro 200 milioni di euro sono pochi. Troppo pochi. Governo e Ars debbono metterci altre risorse. Almeno la metà dei 71 milioni. Sennò, come si dice dalle nostra parti, finisce a ‘bordello’. Nel senso che, questa volta, l’ufficio del Commissario dello Stato gli impugna la legge.

Ma se si trattasse solo delle variazioni di bilancio sarebbe nulla. Il vero problema è il Bilancio 2014 del quale non c’è traccia. Lo scorso agosto, in un momento di ‘estasi’, l’assessore Bianchi – l’uomo inviato in Sicilia dalle burocrazia ministeriali per ‘spolpare’ le già grame risorse della Regione – ha inviato un ‘bozzone’ ai dipartimenti.

In questo documento manca tutto. Nel senso che ci sono solo i soldi per fare funzionare la ‘macchina’ regionale: stipendi, pensioni e spese obbligatorie varie. Ma non ci sono i soldi per tutti i settori della vita economica e sociale (agricoltura, beni culturali, industria, artigianato, cooperative, eccetera).

Dobbiamo anche sfatare il mito che ci sarebbero i fondi europei non spesi a sostenere la Regione. Questo vale per il Po Fesr. Mentre per il Fondo sociale europeo – 2,1 miliardi stanziati nel 2007 – si sa qualcosa solo di 450 milioni di euro: del restante miliardo e 600 milioni non si sa nulla. O meglio, si sa che sono stati spesi, ma non si sa come (teatri? forestali? vattelappesca).

Idem per il Psr, sigla che sta per Piano di sviluppo rurale. Altri 2 miliardi e rotti stanziati per la Sicilia sempre nel 2007. Soldi quasi tutti spesi, anche se nessuno sa come.

Di certo – se non in casi sporadici – non sono serviti a sostenere l’agricoltura siciliana che è in crisi. Anche in questo caso, sono serviti per ‘altro’. Con molta probabilità, per la spesa corrente (e anche per foraggiare politici, amici dei politici e personale della Regione).

Nel complesso, la storia che la Sicilia non spende i fondi europei è una balla. Non spende i fondi europei per le infrastrutture. Mentre li spende tutti se riesce a trasformarli in spesa corrente improduttiva. Quando la Guardia di Finanza e le altre autorità faranno luce sul Fondo sociale europeo e sul Psr sarà sempre troppo tardi.

Chiusa questa doverosa digressione sui fondi europei, va detto che la Regione, quest’anno, come scriviamo da giorni – e lo ribadiamo – potrebbe non approvare il bilancio e subire il commissariamento.

Non lo diciamo noi: l’ha detto tra le righe, la scorsa settimana, lo stesso assessore Bianchi.

Quest’ultimo, dopo aver ‘terremotato’ il Bilancio regionale di quest’anno, disponendo il trasferimento di 914 milioni di euro dalle ‘case’ della Regione allo Stato, ha detto che, con la legge di ‘stabilità’ del Governo dei magliari e levantini Letta-Alfano la Sicilia è in grave difficoltà.

Così, ieri, siamo andati a spulciare questa benedetta ‘bozza’ della legge di ‘stabilità’. E, sorpresa, non abbiamo trovato nulla di nuovo. A parte il miliardo di euro che lo Stato vuole scippare anche per il 2014 alla Sicilia.

Ma questo scippo di un miliardo di euro è già previsto nel ‘bozzone’ che l’assessore Bianchi ha consegnato lo scorso agosto ai dipartimenti.

Come mai l’assessore si accorge solo adesso che, senza questo miliardo di euro, la Regione va in fallimento?

Abbiamo sentito dire – ma non ci crediamo – che per trovare questo miliardo di euro da dare a Roma per immolarlo sull’altare del Fiscal Compact – il demenziale trattato internazionale non votato dai cittadini italiani ma imposto con metodo nazista all’Italia – la Regione sarebbe pronta a chiedere un prestito di un miliardo di euro “mittennuci i casi ‘nfacci’, come si dice dalle nostre parti: ovvero, garantendo un prestito da un miliardo – da utilizzare per spesa corrente – con gli immobili di proprietà della Regione, cioè dei cittadini siciliani!

Noi siamo convinti che il Governo regionale non farà mai una cosa del genere: anche perché, nel 2012, il Commissario dello Stato ha impugnato quella parte della Finanziaria che prevedeva proprio un prestito di circa 500 milioni di euro da utilizzare per spesa corrente.

Su tale questione aspettiamo notizie dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’assessore Bianchi.

Ah, dimenticavamo: ieri i giornali – compreso il nostro – hanno scritto che il governatore Crocetta chiamava in causa il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, quale responsabile della paralisi di Sala d’Ercole, paralisi che ormai si protrae da tempo. Crocetta ha smentito. ne prendiamo atto e ne diamo notizia ai nostri lettori.

Giulio Ambrosetti

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