TUTTA LA COSTRUZIONE DELL’ASSESSORE BIANCHI, DEL PD NAZIONALE E DEI ‘NEO-ASCARI DEL PD SICILIANO STA ANDANDO A CARTE QUARANTOTTO. GLI IMPRENDITORI DELL’ISOLA – QUELLI VERI – HANNO CAPITO IL GIOCO (CIOE’ CHE PAGHERANNO LORO) E SI SONO MESSI DI TRAVERSO. LA PARTITA, ADESSO, E’ TUTTA DA GIOCARE
Sulla manovra economica messa a punto dal Governo regionale la confusione è totale. A quanto pare, ci sarebbero addirittura assessori che non hanno nemmeno capito l’impostazione generale: spese di funzionamento della ‘macchina’ (stipendi, pensioni, sanità, spese obbligatorie eccetera) nel Bilancio e tutto il resto (cioè tutti gli altri settori dell’Amministrazione) nella Finanziaria.
Quest’impostazione, che è tale e quale a quella dello corso anno, consente al Governo di mettere i soldi certi nel Bilancio. Mentre tutto il resto – cioè quello che va in Finanziaria – in questa fase, è un terno al lotto.
Ma se qualche assessore della Giunta di Rosario Crocetta non ha capito quello che stanno combinando l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, e i suoi collaboratori (compreso qualche alto dirigente dell’Ars), le organizzazioni imprenditoriali della Sicilia hanno invece capito tutto. Tanto che ormai c’è una sollevazione contro la manovra del Governo Crocetta.
Persino il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante – che è il ‘vero’ presidente della Regione – e che era perfettamente al corrente e d’accordo con l’assessore Bianchi – nel vedere l’esplosione di proteste di tutte le organizzazioni imprenditoriali si è unito in fretta e furia al coro delle critiche alla manovra.
Una posizione ovviamente ‘gesuitica’, quella di Confindustria Sicilia di Montante. Con le mani in pasta in tanti posti chiave della Regione, abbarbicata più che mai alla spesa pubblica, soddisfatta di aver coinvolto anche l’editoria siciliana nel marasma della Regione, l’organizzazione degli industriali dell’Isola, in questo momento, ha solo un problema: sbarazzarsi dell’assessore Nicolò Marino che si è messo in testa di far rispettare la legge anche ai ‘Professionisti dell’Antimafia’. Cosa che in Sicilia ‘non si era mai vista’ nemmeno ai tempi di Leonardo Sciascia! Da ‘rabbrividire’…
Per i ‘capi’ di Confindustria Sicilia, insomma, la vera ‘emergenza’ è rappresentata dai problemi del vice presidente, Giuseppe Catanzaro, che a causa dell’assessore Marino non riesce più a ‘chiudere’ le operazioni che pensava di portare a termine con il ‘suoi’ rifiuti e le ‘sue’ discariche.
Ma se Confindustria Sicilia deve fare buon viso a cattivo gioco, giudicando negativa una manovra messa in pista da un Governo del quale fa parte, quasi tutte le altre organizzazioni imprenditoriali isolane si sono schierate contro il Governo. Persino la Lega siciliana delle cooperative non se la sente, nel nome del rapporto con il PD, di ‘incaprettare’ gli imprenditori che associa. E il che è dire…
Che sta succedendo? Per cercare di comprenderlo dobbiamo richiamare gli articoli che abbiamo scritto nei giorni scorsi. Là dove abbiamo descritto il ricorso a una bizzarra ‘doppia contabilità’ introdotta dall’assessore Bianchi nella Finanziaria (articolo 4).
E’ il passo della manovra dove, traducendo dal linguaggio degli addetti ai lavori, l’assessore dice: se Roma scippa dal Bilancio regionale 500 milioni di euro noi possiamo fare questo e quello. Se il Governo nazionale si prende 800 milioni o un miliardo, noi possiamo fare la metà, e forse meno delle cose. E sarebbe un gran casino!
Insomma, tutto dipende da quanto Roma scipperà al Bilancio 2014 della Regione siciliana per pagare il Fiscal Compact, il trattato internazionale demenziale (demenziale per l’Italia, ovviamente) – imposto dall’Unione europea (in realtà, l’ha imposto la Germania) – che obbliga il nostro Paese a pagare circa 50 miliardi di euro all’anno nei prossimi vent’anni per restare nell’euro.
Per l’Italia trovare i soldi non è facile. La Regione siciliana – in quanto ‘ultima delle colonie’ italiane, oggi governata da ‘ascari di prima scelta’ – è chiamata a pagare circa un miliardo di euro (anzi, quest’anno ci hanno fatto uno ‘sconto’: come ha documentato la Corte dei Conti, si sono presi 914 milioni di euro).
Perché l’assessore Bianchi e i suoi collaboratori hanno prospettato due scenari di Bilancio 2014 violando le regole elementari di contabilità pubblica? Forse per far sapere a Roma che, se scipperanno alla Regione siciliana un miliardo di euro, nella nostra Isola potrebbe finire, come già accennato, a ‘bordello’. Perché interi settori dell’Amministrazione regionale subirebbero dei tagli che oscillerebbero dal 50 al 60, fino al 70 per cento! Con inevitabili disordini sociali.
D’altra parte, Roma, ormai, in ordine al Bilancio dello Stato, decide fino a un certo punto. Perché con il Two Pack – altro trattato internazionale non meno demenziale del Fiscal Compact – l’ultima parola sul Bilancio dello Stato italiano lo pronuncia Bruxelles e non il Parlamento del nostro Paese.
Se ne deduce che Roma dovrebbe convincere Bruxelles, o meglio, la Germania della signora Merkel a ridurre, per quest’anno, le penalizzazioni a carico della Sicilia. Ma ridurre da un miliardo di euro circa a 500 milioni il prelievo alla Sicilia significa far stare meno bene i tedeschi e fare ‘inghiottire’ soldi in meno alle banche e agli speculatori della Finanza. E questo va contro i ‘principi’ massonico-finanziari dell’attuale Unione europea che si concretizzano nello ‘spennare’ alcuni Paesi (Grecia, Italia e, per certi versi, la Spagna) per farne stare bene altri.
I nostri lettori a questo punto diranno: ma come, oltre alla sovranità monetaria l’Italia non ha più il controllo del proprio Bilancio statale? Pure questo si sono presi i massoni di Bruxelles? Purtroppo è così: e a farne le spese sono i Paesi con una classe dirigente ‘fragile’ che sono caduti nella ‘trappola’ dell’euro. ‘Presidenti’ e autorità varie che sono pure costretti ad affermare che l’euro è la soluzione di tutti i mali, pur essendo convinti del contrario.
Che succederà? Se Roma, su ordine di Berlino, scipperà alla Sicilia un miliardo di euro, beh, nella nostra Isola scoppierà un gran ‘bordello’ sociale. Altro che rinnovo dei contratti ai precari!
In tutto questo l’assessore Bianchi e il PD nazionale avevano in programma un ulteriore scippo ai danni della Sicilia: il ‘famigerato’ mutuo da un miliardo di euro per pagare in minima parte alcune aziende siciliane e, in massima parte, alcuni gruppi economici nazionali.
Ma anche su questo quasi tutte le organizzazioni imprenditoriali dell’Isola si sono pronunciate contro. Ed è anche logico: contrariamente a quello che pensavano Letta, il gruppo di Bilderberg ) che in Italia ormai detta legge) e via continuando con i vari potentati massonici, gli imprenditori siciliani non hanno ancora portato i propri cervelli all’ammasso. Hanno capito che questo mutuo lo pagherebbero soprattutto loro con Irpef e Irap ai massimi livelli per i prossimi trent’anni. E hanno detto “no, no e ancora no”.
Insomma, anche l’operazione mutuo da un ‘miliardino’ di euro, che l’assessore Bianchi e il PD nazionale contavano di portare a casa con l’aiuto degli ‘ascari’ del PD siciliano (quelli che lo scorso agosto erano contrari a questo mutuo e che, adesso, sono invece favorevoli, a cominciare dal ‘fariseo’ trapanese, alias il capogruppo di questo Partito all’Ars, onorevole Baldo Gucciardi) rischia di andare a carte quarantotto.
Gli imprenditori siciliani – quelli veri e non quelli che ‘pascolano’ nella spesa pubblica nei ‘prati’ dell’Irsap in attesa di andare a ‘pascolare’ nel Fondo sociale europeo e nell’Ast – si rifiutano di farsi ‘incaprettare da Bianchi, dal PD nazionale e dai neo-ascari del PD siciliano.
Ovviamente, come abbiamo scritto la scorsa settimana, il governatore Crocetta e l’assessore Bianchi si possono dimenticare di approvare la manovra entro il 31 dicembre. A febbraio, se andrà bene, si dovrebbe sapere qualcosa in più.
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