Ars, a gonfie vele verso l’esercizio provvisorio

E’ L’UNICA ALTERNATIVA PER RENDERE PIU’ SERENA L’ATMOSFERA POLITICA TROPPO ELETTRICA. SI IPOTIZZANO DUE MESI DI BILANCIO IN DODICESIMI CON LA PROROGA DEI PRECARI DEGLI ENTI LOCALI SEMPRE PER DUE MESI (L’ANNO SCORSO LA STESSA OPERAZIONE E’ STATA FATTA PER QUATTRO MESI CON LA ‘BENEDIZIONE” DELL’UFFICIO DEL COMMISSARIO DELLO STATO)

Il tentativo, in verità un po’ goffo, di far ‘inghiottire’ a Sala d’Ercole Bilancio e Finanziaria 2014 a ‘scatola chiusa’ sta naufragando. Nonostante il ‘ricatto’ confezionato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi e dal PD, tutto sta andando fuori posto.
Ieri sera, in Aula, la bagarre si è scatenata addirittura sul Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria), un adempimento inutile almeno quasi quanto lo stesso documento. E se è scoppiato il ‘bordello’ su un adempimento formale, figuriamoci cosa succederà con la proroga dei commissari delle nove Province o, peggio, con la manovra economica e finanziaria.
Ieri sera il ‘casino’, se così di può dire, l’ha combinato il vice presidente, Antonio Venturino, che presiedeva i lavori. Venturino ha messo ai voti il Dpef invitando i favorevoli a rimanere seduti e i contrari ad alzarsi. Una ‘leggerezza’ dettata o da inesperienza, o da spirito un po’ troppo ‘governativo’. Al voto per ‘alzata e seduta’ si ricorre, di solito, quando l’esito è scontato. Ma ieri sera l’intenzione delle opposizioni era quella di ‘bocciare’ il Dpef.
Infatti, da una conta sommaria, veniva fuori che i favorevoli, guarda caso, erano 27, mentre i contrari 26. In questi casi si vota con il tesserino. Ma il Governo ha capito che sarebbe andato giù. Così il vice presidente Venturino, eccessivamente ‘coricato’ sul Governo, ha cominciato ad ‘armeggiare’ sul regolamento d’Aula. Uno spettacolo indecoroso degno in tutto  per tutto del Governo Crocetta e della ‘presunta’ maggioranza che lo sostiene.
Alla fine le opposizioni hanno abbandonato l’Aula e il Dpef non è stato approvato, ma è stato dato per approvato: due cose completamente diverse. Un errore politico marchiano, da parte di Venturino e, soprattutto, da parte del Governo: una forzatura fuori luogo che ha fatto soltanto innervosire l’Aula in vista di altri scontri, che di certo non mancheranno, sulle Province e su Bilancio e Finanziaria.
A meno che il vice presidente Venturino non l’abbia fatto apposta per fingere di aiutare il Governo, nei fatti inguaiandolo. In questo caso…

L’esito della votazione di ieri sera, in ogni caso, la dice lunga sull’atmosfera che si respira a Sala d’Ercole. Dove, come già accennato, il ‘ricatto’ del Governo e del PD sta franando miseramente. Perché parliamo di ‘ricatto’? Semplice: perché la manovra messa su dal Governo – e, in particolare, da qualche alto burocrate dell’Ars – è rigorosamente falsa e truffaldina.
Di questa manovra non funziona nulla: ma non funziona, in particolare, l’allegato 2 dell’articolo 4. Dove, contrariamente alla logica prima che alle elementari norme di contabilità pubblica, va in scena una variante del gioco delle tre carte.
In pratica, invece di scrivere correttamente i ‘numeri’ nella manovra, il Governo – o chi materialmente ha ‘inventato’ questa formula più da Azeccagarbugli che da Pitagora – descrive due scenari. Il primo scenario prevede che il Governo nazionale scippi alla Regione 500 milioni di euro. Il secondo scenario prevede che Roma scippi alla Regione un miliardo di euro.
A seconda di quale dei due scenari si verificherà, si avranno due manovre diverse. Il primo scenario prevede tagli del 20 per cento. Il secondo scenario tagli del 50-60 per cento.
In realtà, pure i cani che stanno fuori Palazzo Reale sanno che Roma, nel nome del Fiscal Compact (il demenziale trattato internazionale che impone all’Italia di pagare 50 miliardi all’anno ai delinquenti che si sono impossessati dell’Unione europea), scipperà alla Regione siciliana, nel 2014, da un miliardo a un miliardo e 200 milioni di euro (il nuovo attacco dei poteri forti alle spese dell’Ars annuncia esattamente questo). Dunque, questa illegale e truffaldina doppia contabilità è pura ipocrisia.
Di fatto, il Governo regionale punta a non fare sapere ai siciliani che quest’anno i tagli in quasi tutti i settori dell’Amministrazione regionale oscilleranno dal 50 al 60 per cento. E, soprattutto, si tenta di nascondere che questi tagli pesantissimi sono voluti dal Governo Letta-Alfano-Bilderberg per foraggiare con i soldi dei siciliani le banche fallite, la finanza mafiosa e la Germania della signora Merkel.
Per far passare questa manovra economica e finanziaria truffaldina e falsa il Governo ha ‘infilato’ della Finanziaria la proroga dei contratti dei 24 mila e forse più precari dei Comuni siciliani. Questo perché l’ufficio del Commissario dello Stato non accetterebbe la proroga dei precari senza copertura finanziaria.
In questa spiegazione c’è del vero e c’è del falso. Il vero è che i contratti dei precari non si possono prorogare senza copertura finanziaria. Il falso è che per dare copertura finanziaria al disegno di legge sui precari non c’è bisogno di ‘infilare’ la proroga nella stessa Finanziaria 2014.
Molto più semplicemente – e sarebbe questa la soluzione più logica – la proroga dei contratti dei precari degli enti locali potrebbe essere accompagnata da un secondo disegno di legge di esercizio provvisorio per due mesi. Dando la possibilità a Sala d’Ercole di esaminare e migliorare una manovra raffazzonata e confusa. E dando, soprattutto, la possibilità ai siciliani di comprendere appieno i danni che il Governo Letta-Alfano-Bilderberg sta provocando al nostro Paese e, in particolare, alla Sicilia.
Il Governo e il PD – così almeno ci è sembrato di capire – fanno sapere che l’Ufficio del Commissario dello Stato non accetterebbe l’esercizio provvisorio per due mesi con la copertura finanziaria, sempre per due mesi, della proroga dei contratti dei precari dei Comuni.
Se le cose dovessero stare così, Governo e PD sostengono una tesi insostenibile. Perché nel passaggio dal 2012 a quest’anno l’Ufficio del Commissario dello Stato non ha avuto nulla da dire sull’esercizio provvisorio, addirittura per quattro mesi!, e sulla contestuale proroga dei contratti ai precari degli enti locali, sempre per quattro mesi.
Se il Commissario dello Stato non ha avuto nulla da dire lo scorso anno, perché mai dovrebbe contestarlo quest’anno? Insomma perché dovrebbe utilizzare due pesi e due misure? Per la bella faccia del Governo Crocetta e del PD?
La verità è che il Governo Crocetta e il PD – ammesso che non siano d’accordo sui due mesi di esercizio provvisorio – potrebbero aver voglia di strumentalizzare l’Ufficio del Commissario dello Stato. Ma, se attueranno questi piano, magari con pressioni romane, rischierebbero di trasformare un’istituzione seria in un’istituzione di ‘facili costumi’, pronta a concedere i ‘propri favori’ al primo Governo regionale che passa, magari per ‘compiacere’ il primo Ministro degli Interni che pressa…
E’ probabile, insomma, che si vada verso un esercizio provvisorio di almeno due mesi. Anche per lasciare ‘decantare’ un’atmosfera politica un po’ troppo elettrica. E pazienza se il rimpasto del Governo Crocetta ritarderà ancora.
Tra l’altro, con due mesi di esercizio provvisorio l’assessore Bianchi avrà modo di sistemare meglio i documenti finanziari, forse troppo raffazzonati. E avrà anche modo di comunicare ai siciliani quanto Roma intende scippare alla Regione siciliana per far ‘pascolare’ i massoni di Bruxelles con i nostri soldi.
I due mesi di tempo serviranno anche all’assessore Bianchi e ai grandi gruppi economici nazionali per dimenticare il mutuo da un miliardo di euro che la Regione non potrà contrarre. Perché – l’assessore ‘romanocentro’ Bianchi ne converrà – se Roma scipperà dal nostro Bilancio un miliardo di euro imponendo a tutti i settori dell’Amministrazione regionale tagli del 50-60 per cento, di tutto si dovrà occupare il Governo Crocetta, tranne che di far contrarre un mutuo da un miliardo di euro ai siciliani per ‘regalare’ circa 700 milioni di euro ai gruppi economici nazionali che, peraltro, hanno provocato in Sicilia enormi danni ambientali. Altro che pagarli!

Giulio Ambrosetti

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