LA CORTE COSTITUZIONALE HA ‘BOCCIATO’ IL PORCELLUMI. IL CAVALIERE E IL SEGRETARIO DEL PD HANNO DI FATTO RIPROPOSTO LE PARTI INCOSTITUZIONALI
Un noto proverbio latino dice errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Tradotto letteralmente “commettere errori è umano, ma perseverare [nell’errore, n.d.r.] è diabolico”.
Oggi tutti i gruppi politici (tranne poche eccezioni) hanno mostrato grande gioia per lapprovazione del nuovo sistema elettorale alla Camera dei deputati, subito soprannominato Italicum. In realtà, la scelta di chiamarlo Italicum non sarebbe altro che lennesimo gioco mediatico. In molti, in realtà, lo hanno chiamato Porcellum bis, per la sua evidente similitudine con il precedente sistema elettorale (specie sotto gli aspetti peggiori). Altri, come il caustico professor Giovanni Sartori, lo hanno chiamato Bastardellum, oppure, come Giuseppe Civati, che lo ha definito Mezzitalicum dato che molte delle modifiche previste (e, in un certo senso, imposte) dalla Consulta sono state eliminate in corso dopera. O, ancora, come ha fatto Luigi Di Maio, Pregiudicatellum, con un chiaro riferimento al fatto che la nuova legge non cambia più di tanto rispetto alla precedente che era stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta.
Il Porcellum era stato dichiarato incostituzionale dopo un iter valutativo durato oltre un decennio perché violava alcuni articoli-capisaldi della nostra Costituzione. Articoli che, proprio in quanto capisaldi, non dovrebbero essere negoziabili dato che sono quelli che coinvolgono i cittadini e li rendono soggetti attivi nella gestione della cosa pubblica per mezzo di elezioni democratiche. Questi articoli sarebbero due: lart. 3 (eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge) e lart. 48 (il voto è personale, eguale, libero e segreto). La Corte Costituzionale ha dichiarato, agli inizi di dicembre 2013, lincostituzionalità di alcune parti della legge elettorale nota come Porcellum proprio perché contrarie a questi principi (e per una lunga lista di altri motivi).
Il Governo e il Parlamento, quindi, pur non essendo stati eletti costituzionalmente, avrebbero avuto il dovere di scrivere una nuova legge elettorale che rispettasse la Costituzione. Subito i leader di due dei maggiori partiti politici si sono incontrati e, a porte chiuse, hanno deciso quali avrebbero dovuto essere le caratteristiche della nuova legge elettorale da proporre in Parlamento.
La legge proposta è stata chiamataItalicum, con una serrata azione di marketing politico (nuova disciplina che tra poco dovrà, per forza, essere inserita nei corsi di laurea delle facoltà di Scienze Politiche e di Giurisprudenza).
Sì, perché al di là del nuovo nome, la nuova legge non è affatto nuova. Anzi, non solo non risolve i problemi della vecchia legge (e per questo cè già chi ha detto che subirà certamente la stessa sorte) ma, in un impeto mediatico che ha del ridicolo, peggiora la situazione. Ad esempio, non avendo inserito quote di sbarramento per le donne, nella nuova legge è stato deciso che le liste dovranno essere composte alternando un candidato di sesso maschile ad uno di sesso femminile (con solo rare eccezioni).
A parte il fatto che una simile misura è assolutamente inutile dato che poi a nominare i deputati (e non ad eleggere, come vorrebbe la Costituzione) saranno i Partiti, la sola presenza di una donna in una lista non vorrebbe dire nulla: la stessa potrebbe rinunciare o non ricevere una quantità di preferenze (la parola voti ha un significato diverso che non è previsto dalla legge ora in Parlamento) ritenuta sufficiente dal Partito.
Senza parlare dei transessuali, gay e chi più ne ha più ne metta: dopo aver fatto tanti sforzi per promuovere il rispetto dei loro diritti nelle scuole (fino al punto da costringere padri e madri a classificare se stessi come genitore uno e genitore due sulle schede per liscrizione dei propri figli), come ci si dovrà comportare nel caso di candidature di questi soggetti nelle liste elettorali?
La verità è unaltra. Chi ha proposto e votato questo provvedimento in Parlamento sa benissimo che non risolve nemmeno uno dei problemi che avevano portato alla dichiarazione di incostituzionalità della vecchia legge. E sa benissimo che, appena votata e approvata, qualcuno farà ricorso per fare dichiarare anche questa incostituzionale. Ma sa anche che, perché ciò avvenga, sarà necessario attendere anni anzi, probabilmente, come lultima volta decenni prima di vedere abrogata anche questa e dover fare una nuova legge.
Durante questo lasso di tempo, gli stessi esemplari di HOMO POLITICUS che oggi si sono appropriati dellItalia senza mai essere stati eletti, potranno fare ciò che vorranno del nostro Paese. Prendere decisioni che nessuno condivide e delle quali loro, non essendo mai stati eletti, ma solo nominati, non dovranno rendere conto. Gli unici a cui dovranno rendere conto delle leggi che approveranno in Parlamento (che riguarderanno milioni di famiglie di italiani), saranno quei pochi che avevano deciso che questo o quel personaggio dovesse sedere in Parlamento.
Cicerone, nelle Filippiche (XII. 5) scrisse: Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare (“E’ cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell’errore”). Se fosse ancora vivo, probabilmente direbbe: Errare è umano, perseverare è politico…
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