Meno di 24 ore e il provvedimento è diventato ufficiale. Dalle 15 circa di questo pomeriggio Salvo Pogliese è stato sospeso dalla carica di primo cittadino di Catania. A deciderlo il prefetto etneo Claudio Sammartino in applicazione della legge che prende il nome dall’ex ministra Paola Severino. Passaggio previsto in virtù della condanna del sindaco a quattro anni e tre mesi per peculato nell’ambito delle cosiddette spese pazze all’assemblea regionale siciliana. Il verdetto dei giudici del tribunale di Palermo è arrivato ieri pomeriggio.
Nel mirino dei magistrati il periodo in cui Pogliese, durante il governo regionale di Raffaele Lombardo, occupava lo scranno di capogruppo del Popolo delle Libertà. Lo stesso in cui, stando alle accuse, si sarebbe appropriato in maniera indebita del denaro destinato alla raggruppamento politico. Dopo la decisione dei giudici, le opposizioni – con il in testa il Movimento 5 stelle – hanno chiesto a gran voce le dimissioni di Pogliese.
Adesso a guidare la città di Catania, a meno di colpi di scena che al momento non sembrano all’orizzonte, sarà il vicesindaco Roberto Bonaccorsi, ex sindaco di Giarre e ritenuto uomo vicino a Raffaele Stancanelli, di cui è stato vice durante il mandato da primo cittadino. Questa mattina Pogliese ha presenziato l’ultima uscita pubblica prima della sospensione in occasione del funerale del commendatore Luigi Maina. Storico volto della festa di Sant’Agata che nel 2018, subito dopo la proclamazione a sindaco, accompagnò Pogliese, la moglie e i due figli in visita all’interno della cattedrale.
Ma l’ex eurodeputato non sembra intenzionato a fare quel passo indietro che avrebbe come naturale conseguenza le elezioni anticipate. Durante la cerimonia di oggi Pogliese – coordinatore per Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia in Sicilia – ha scelto di non rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. L’unico commento è stato diffuso nella serata di ieri attraverso una nota stampa del Comune e un messaggio pubblicato sulla pagina Facebook del sindaco. «Non posso nascondere una enorme amarezza e una grande delusione per una sentenza che trovo assolutamente ingiusta. Ma da uomo delle istituzioni la devo accettare e rispettare». Il politico ha già annunciato ricorso in Appello.
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