«Magari chiedo al sindaco Orlando qualche supporto, la Rage Room potrebbe rivelarsi utile per il Comune di Palermo». Scherza Alessandro Augello, il giovane imprenditore che ha scelto di aprire nel capoluogo siciliano la prima Rage Room del Sud. Letteralmente la stanza della rabbia, la Rage Room è uno spazio insonorizzato dove sfogare rabbia e frustrazioni rompendo letteralmente tutto ciò che si ha attorno. Si tratta di luoghi chiusi dove si viene forniti di armi e oggetti e mobili da distruggere, per scaricare tensioni e malumori. E, perché no, divertirsi.
La data prevista per l’apertura è fine gennaio. Ma sono già in tanti i curiosi che chiedono ad Augello le modalità e le caratteristiche della Rage Room, già pronta in via Giuseppe Patania (zona Olivella) e che attende soltanto gli ultimi permessi. Nate in Giappone negli anni Novanta, con l’intento di liberare lo stress degli impiegati, e diffusesi poi negli Usa e nel resto del mondo, le Rage Rooms hanno avuto in pochi anni un notevole boom. Da strategia aziendale a successo commerciale, il passo è stato breve. E così ne sono state aperte quattro in Italia: la prima a Legnano, in provincia di Milano, poi Bologna, Forlì e Roma.
«La nostra sarà la prima del Sud Italia – dice con un certo orgoglio l’imprenditore palermitano -, da Napoli stanno prendendo spunto da noi e ne apriranno una anche lì nei prossimi mesi. Ogni Rage Room viene personalizzata. La nostra regola base è la durata, che sarà di 15 minuti, che mi pare proprio quella giusta per una sorta di funzione terapeutica. Il costo poi cambia a seconda di quel che vuoi distruggere. Verranno fornite anche le armi, come il martello o il piede di porco. E ciascuno potrà indicare una playlist personale. Ci sarà poi una telecamera che riprenderà tutto, sia per motivi di sicurezza che per dare l’opportunità di potersi riguardare a casa con gli amici. Inoltre si potranno portare anche oggetti propri, magari quelli che non si sopportano più ma che non si ha il coraggio di gettare via. Infine, verranno ovviamente garantite tutte le protezioni possibili, per proteggere le persone dalle eventuali schegge».
I prezzi andranno da 15 euro in su, a seconda delle condizioni scelte. E se gli esperti diffidano a dare valore terapeutico all’esperienza della Rage Room, in fondo ciascuno si diverte come vuole. Lo sfogo personale all’interno delle stanze della rabbia resta, appunto, confinato in quattro mura e non nuoce a nessuno. O no? «In questo periodo storico contrassegnato dalla rabbia ce n’è davvero bisogno – commenta Augello – Chi l’ha provata dice di aver avuto magari un atteggiamento iniziale diffidente, ma poi racconta di essersi ritrovato fisicamente stanco, perché in quel quarto d’ora ci si riduce una pezza, e più leggero interiormente. Penso ad esempio alla nostra città, con tutti i guai che abbiamo: magari dopo una giornata persa nel traffico uno ha i nervi tesi a fior di pelle. Invece di tornare a casa in quelle condizioni, potrà venire alla Rage Room e scaricare così lo stress accumulato, per essere poi di nuovo sereno a contatto con gli altri».
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