La Presidenza dell’Ars ha giudicato «ricevibile» la mozione dei 5 stelle sulla «rimozione del segretario generale della Presidenza della Regione siciliana Patrizia Monterosso» applicando l’articolo 160 del regolamento. Così la conferenza dei capigruppo ha stabilito di iscrivere l’atto parlamentare nel calendario dell’Assemblea regionale siciliana. Dal 26 Novembre in poi l’Aula potrà discutere l’ammissibilità di tale mozione. Spetterà dunque ai 90 califfi di Sala d’Ercole decidere.
Ma, comunque, che la mozione sia stata ritenuta ammissibile è già una notizia. Che arriva come un fulmine a ciel sereno.
Riguarda, infatti, una figura finora considerata intoccabile. Da Cuffaro ad oggi, passando per il Governo Lombardo, Patrizia Monterosso, con la sua laurea in Filosofia, è stata sempre ai vertici burocratici della regione. Ed è stato proprio Lombardo a promuoverla alla segreteria generale della Presidenza della Regione. Su di lei non sono mancate critiche. E, anche ricorsi al Tar, che ne contestavano i titoli.
La mozione dei parlamentari pentastellati si basa su due fatti: la condanna della Corte dei Conti per danno erariale, in seguito ad integrazioni finanziarie illegittime agli enti di formazione professionale, per la quale dovrà risarcire 1,2 milioni di euro circa alla Regione, ma non solo.
I parlamentari ricordano anche l’ indagine avviata in precedenza dai magistrati contabili sulle nomine dei dirigenti esterni alla Regione, «fatte senza prima aver verificato se tali posti potessero essere occupati dal personale interno alla stessa amministrazione; un fatto che ha portato per la prima volta nella storia della Regione siciliana ad affidare la più alta carica amministrativa regionale ad un esterno».
«La sentenza della corte dei Conti – ha dichiarato il deputato Giorgio Ciaccio quando ha annunciato la mozione – è il sigillo sull’inopportunità etica di tenere sul gradino più alto dell’amministrazione una persona, il cui comportamento sulla questione extrabudget è stato pesantemente giudicato dai magistrati contabili, fino ad arrivare ad definirlo ‘espressione di intollerabile leggerezza e negligenza funzionale in tutte le fasi del procedimento di integrazione’: la mozione è un atto dovuto nei confronti dei siciliani. Se il presidente finora ha fatto orecchie da mercante ai nostri appelli, vedremo se continuerà a farlo di fronte ad un atto parlamentare».
«Altro che rivoluzionario – sottolineava la deputata Angela Foti – Crocetta si rivela sempre più conservatore. Come nei precedenti esecutivi, al fianco degli illustri predecessori del governatore, Cuffaro e Lombardo, la Monterosso continua a ricoprire il ruolo più importante senza essere entrata per concorso, senza che si sia rilevato quali altri dirigenti interni avessero le qualifiche. Quanto ai meriti acquisiti sul campo, la recente condanna la dice lunga su quanto la insostituibile e intoccabile professionista abbia servito la Regione».
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