La vicenda del titolare e del dipendente di un bar di Capaci si tinge sempre più i giallo. Giovanni Guzzardo, 46 anni di Caccamo, e Santo Alario, villabatese di 42 anni avevano fatto perdere le loro tracce lo scorso 7 febbraio. Oggi la svolta nelle indagini con il ritrovamento e l’arresto di Guzzardo, accusato di avere ucciso e fatto sparire il corpo del dipendente. L’uomo è stato rintracciato nelle campagne di Montemaggiore Belsito dai carabinieri di Termini Imerese, si nascondeva in un casolare abbandonato. I due erano partiti in auto da Capaci, dal bar di Guzzardo, ma del loro appuntamento nella zona tra Ventimiglia di Sicilia, Ciminna e Caccamo erano rimasti dei video mandati da Alario alla compagna Rosalia Sparacio.
Nelle immagini si vedono i due a bordo di una Panda che girano per le strade attorno a Ventimiglia di Sicilia. «Sto andando a sbrigare una cosa e poi ti dico», aveva scritto Alario alla sua compagna. Poi dalle 15.51 il collegamento Whatsapp si è interrotto, con i cellulari di Alario e Guzzardo che sono rimasti muti. Sin dalle prime ore della sparizioni erano scattate le ricerche anche con i cani molecolari nella zona di Caccamo e della diga Rosamarina dove era stata trovata l’auto.
La famiglia di Alario ha sempre chiesto aiuto e lanciato appelli. «Sto impazzendo – ha continuato a dire per mesi Anna Maria Musso, la madre – Io non capisco cosa doveva andare a fare mio figlio in quei posti sperduti. Non riesco a dormire. Sono una donna distrutta. Chiedo e imploro di sapere cosa sia successo a mio figlio». In silenzio, invece, era rimasta la famiglia di Guzzardo. Solo la nipote su Facebook aveva lanciato l’appello chiedendo allo zio di tornare e farsi vivo. Secondo la Procura termitana, tuttavia, non c’è certezza che Alario sia morto, nonostante le indagini a carico di Guzzardo siano per le accuse di omicidio e occultamento di cadavere.
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