Arrestato Francesco Bellavista Caltagirone Ex mulino Santa Lucia, domani attese novità

L’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone è di nuovo in carcere. Arrestato su disposizione del Gip di Civitavecchia, Chiara Gallo, a seguito di un’indagine della Procura della città laziale sulla realizzazione del porto turistico di Fiumicino. L’accusa è di frode nelle pubbliche forniture per 35 milioni di euro, appropriazione indebita e trasferimento fraudolento di denaro a terzi. Per Caltagirone, proprietario del gruppo Acqua Marcia e quasi omonimo del suocero di Pier Ferdinando Casini, Francesco Gaetano Bellavista, era già scattata la misura di custodia cautelare un anno fa per un’altro affare, quello del porto di Imperia ed era stato poi rilasciato. Ma gli affari poco chiari dell’imprenditore si estendono anche a Catania, con la trasformazione del vecchio mulino Santa Lucia di via Cristoforo Colombo in centro direzionale e commerciale.

Un’operazione che ha stravolto la fisionomia del vecchio edificio, sotto sequestro ormai da cinque anni, ed è finita all’attenzione delle Procura etnea. Gli imputati sono cinque, tra amministratori di società e funzionari del Comune di Catania, accusati di abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva. Tra loro non figura direttamente Caltagirone, ma al centro del ciclone c’è la sua società, l’Acqua Pia Antica Marcia. Se il giudice confermasse la tesi della Procura, scatterebbe la confisca dell’edificio che diventerebbe proprietà dello Stato. Il processo è alla fasi finali: nel luglio scorso c’era stata la requisitoria del pubblico ministero Antonino Fanara, quindi a dicembre la parola è passata alle difese. Era dunque attesa la sentenza di primo grado, ma il tribunale, a sorpresa e con un provvedimento che uno dei legali degli imputati definisce «inconsueto ma utile a capire meglio», ha disposto un sopralluogo all’ex mulino che si terrà domani. Nonostante la mole di perizie e consulenze presentate da accusa e difesa, dunque, servirà un controllo sul campo, prima della sentenza, che potrebbe arrivare anche nella stessa giornata di domani, o alla prossima udienza dopo aver dato la parola un’ultima volta alle parti.

Al controverso imprenditore, l’Università di Catania aveva concesso anche una laurea honoris causa in Governo e gestione delle Amministrazioni e Imprese, fortemente contestata dal Movimento studentesco catanese e da altre associazioni cittadine. «Francesco Bellavista Caltagirone – affermava laudatio – è un modello di cultura d’impresa da proporre ai nostri giovani universitari».

Intanto Caltagirone è in carcere. Oggi insieme a lui è stato arrestato un suo uomo di fiducia, Emanuele Giovagnoli, legale rappresentante di alcune società riconducibili a Caltagirone. Il cantiere del porto di Fiumicino è sotto sequestro dal novembre scorso, un’area immensa pari a un milione di metri quadri che avrebbe dovuto ospitare fino a 1500 posti barca. La Procura ipotizza che nei lavori di costruzione sia stato usato materiale scadente che avrebbe minato la stabilità dell’opera nel tempo. Adesso si aggiungono le nuovi accuse: con un sistema di appalti e subappalti l’imprenditore avrebbe distratto 35 milioni di euro dai fondi della società Acqua Marcia a favore, per almeno 17 milioni di euro, di due società estere, con sede formale in Cipro, riconducibili sempre a Bellavista Caltagirone.

[Foto di Gruppo Azione Risveglio]

Salvo Catalano

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