Arrestata per tratta, faceva prostituire vittime

Nella mattina del decorso 10 ottobre, in esecuzione del decreto di fermo emesso in data 8
ottobre 2018 dalla direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di
Catania, la polizia di Stato ha posto in stato di fermo Joy Idahollsa (classe 1993)
gravemente indiziata, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati in Nigeria e in
Libia, dei delitti di tratta di persone.

Con le aggravanti della transnazionalità del reato, di
avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito religioso-
esoterico del voodoo, in danno di minore, al fine di sfruttare la
prostituzione ed esponendo la persona offesa a un grave pericolo per la vita e l’integrità
fisica (facendole attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che la
sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, facendola
giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti,
esponendola a un altissimo rischio di naufragio), nonché di favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina. 

Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’attività investigativa di tipo tecnico avviata
dalla squadra mobile con il coordinamento della Dda di Catania, a seguito delle
dichiarazioni rese dalla minore chiamata Babel (nome di fantasia), giunta il 18
gennaio 2018 presso il porto di Catania a bordo della nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee, unitamente ad altri 512 migranti. 

In particolare, la minore aveva riferito di aver lasciato il paese d’origine a causa di difficoltà
economiche e che un connazionale le aveva proposto di raggiungere l’Italia con l’accordo
che una donna, tale Mama, di nazionalità nigeriana, già dimorante in Italia, si sarebbe
fatta carico delle spese di viaggio, corrispondenti a 25mila euro, somma che la giovane
avrebbe dovuto restituirle lavorando. La ragazza era stata sottoposta al rito ju ju prima di
iniziare il viaggio verso la Libia e, giunta a Tripoli, il boga – responsabile del trasferimento – le aveva fornito l’utenza della madame che la attendeva in Italia. 

La madame, informata dello stato di gravidanza della minore, aveva ripetutamente tentato
di convincerla di interromperla in territorio libico e le aveva dato indicazioni perentorie circa
il comportamento da tenere all’arrivo in Italia: la minore avrebbe dovuto dichiararsi
maggiorenne, avrebbe dovuto contattarla immediatamente in modo da potere essere
prelevata al più presto dalla comunità, non avrebbe dovuto riferire a nessuno che una
donna la attendeva in Italia. Babel, giunta in Italia, aveva deciso di non consegnarsi alla
madame, avendo compreso di essere destinata alla prostituzione e aveva raccontato la
propria storia. 

Le indagini tecniche così avviate permettevano di giungere all’identificazione della
madame di Babel nell’indagata Joy Idahollsa (cui la vittima si rivolgeva con l’appellativo
di Mama) e consentivano di apprezzare le modalità rassicuranti con le quali la donna si
rivolgeva alla vittima, mostrando con quest’ultima una apparente gentilezza e mitezza
onde persuadere la minore della bontà delle proprie intenzioni (allo scopo di convincerla
ad abbandonare la struttura protetta per minori e a raggiungerla, sì da esser subito immessa nel mercato della prostituzione) la falsità di tale atteggiamento era resa evidente
dalle conversazioni frattanto intrattenute dalla Idahollsa con i propri correi in Nigeria ai
quali esternava il proprio progetto reale ovvero quello di farsi raggiungere al più presto
dalla giovane e arricchirsi dei proventi della prostituzione della stessa, anche al fine di
inviare denaro in Nigeria necessario per la costruzione di un immobile. 

In qualche occasione la madame ricordava a Babel le somme spese per farla arrivare in
Italia, contestandole la sua mancata riconoscenza e il mancato rispetto dell’impegno
assunto, evidentemente spazientita per il comportamento della minore.
Alle prime luci dell’alba del 10 ottobre, gli investigatori della mobile di Catania, collaborati
da personale della squadra mobile di Bergamo, hanno rintracciato Joy Idahollsa
presso la sua abitazione.
Espletate le formalità di rito, è stata associata presso la casa
circondariale di Bergamo: in data 12 ottobre il gip di Bergamo ha convalidato il fermo e ha applicato la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.

(Fonte: squadra mobile Catania)

Redazione

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