Armi chimiche siriane, oggi si sceglie il porto No Muos: «Proteste se toccherà ad Augusta»

Tra poche ore si conoscerà il futuro delle armi chimiche siriane in Italia. Poco dopo le due del pomeriggio i ministri degli Esteri Emma Bonino e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e il direttore generale dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Ahmet Uzumcu, annunceranno il porto scelto per trasferire il pericoloso carico sulla nave americana Cape Ray, che avrà il compito di distruggerlo in mare aperto. Anche se l’agenzia Ansa, citando fonti autorevoli, anticipa che la scelta è caduta su Gioia Tauro, in Calabria. La notizia ufficiale verrà data nella Sala del Mappamondo di palazzo Montecitorio, davanti alle commissioni difesa di Camera e Senato riunite. I porti che rischiano di ricevere la patata bollente sono Gioia Tauro, Brindisi, Cagliari, l’isola di Santo Stefano, ex base americana nell’arcipelago della Maddalena, Taranto ed Augusta. «Mi auguro che non si faranno polemiche per degli impegni internazionali che il Paese si deve assumere, e che le forze politiche si comportino con il necessario decoro», aveva dichiarato qualche settimana fa Bonino, in vista della decisione di oggi. Ma c’è chi si prepara già a vivere giorni di protesta. In Sicilia, la possibilità che venga scelto il porto di Augusta ha fatto scattare l’allarme tra i comitati No Muos che fanno parte del coordinamento regionale. «Siamo pronti a farci sentire, in poche ore da diverse parti della Sicilia arriveremmo ad Augusta per protestare», spiegano da Niscemi, cuore del Movimento che da anni si batte contro l’installazione dell’impianto di telecomunicazioni militari statunitense.

Nelle ultime ore, molte figure istituzionali e associazioni delle regioni potenzialmente interessate hanno alzato la voce per dire no all’arrivo delle armi chimiche nel loro territorio, per paura di danni ambientali e alla salute. Lo ha fatto il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, che ha definito «scellerata» la possibilità che l’arsenale di Assad arrivi nell’isola. «Diffido il governo dall’assumere iniziative contrarie alla nostra volontà», ha aggiunto. Proteste anche dai portuali di Gioia Tauro, in Calabria, e dal comune di Brindisi che nei giorni scorso ha votato contro l’arrivo delle armi. Nessuna presa di posizione ufficiale, invece, dal governo regionale siciliano guidato da Rosario Crocetta. Ma i No Muos sono pronti. «Ne abbiamo discusso e, se dovesse davvero essere scelta Augusta, entro stasera saremo lì e faremo qualcosa – spiega un attivista di Niscemi – Ma secondo me la Sicilia questa volta verrà risparmiata perché sanno che ci sono molti focolai di protesta e potrebbero evitare di sovraccaricare una situazione già abbastanza calda. Probabilmente toccherà alla Sardegna».

Le operazioni di trasferimento dalla nave danese o norvegese a quella americana non inizieranno prima della fine del mese, «non dovrebbero durare più di 48 ore e non verrà toccato il suolo italiano». Lo ha annunciato il ministro Bonino. Il regime di Bashar al Assad si era impegnato con la comunità internazionale a distruggere il suo arsenale chimico, già usato in alcune occasioni contro i ribelli e la popolazione, come certificato dai commissari dell’Onu. Una promessa che aveva scongiurato un intervento militare degli Stati Uniti e delle altre potenze occidentali in Siria, dove la guerra civile va avanti ormai da tre anni.

Salvo Catalano

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