COME AL SOLITO, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENDE LA PELLE DELL’ORSO PRIMA DI AVERLO CATTURATO. E DA’ PER SCONTATO CHE IL PARLAMENTO SICILIANO, DOVE NON HA LA MAGGIORANZA, SI METTA AL SUO SERVIZIO…
Anche questa volta il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha venduto la pelle dell’orso prima di averlo catturato. In pratica, ha presentato la manovra finanziaria ai giornalisti – la terza in pochi mesi – prima che al Parlamento dell’Isola. La cosa ormai non ci stupisce, perché l’idea che questo presidente della Regione ha delle istituzioni è piuttosto particolare.
Noi non siamo parlamentari di Sala d’Ercole. Ma se ai deputati regionali questo va bene, beh, contenti loro…
Tuttavia c’è un dato che ci ha colpito in questa terza manovra finanziaria che Crocetta vorrebbe fare approvare (ma da chi?) entro giugno: i tagli all’Assemblea regionale siciliana.
Precisamente: 7,5 milioni di euro in meno per quest’anno e 20 milioni in meno nel 2015. Li hanno deciso la dottoressa Patrizia Monterosso e il dottore Giulio Guagliano? Così, almeno, si sussurra nel ‘Palazzo’…
Su questo punto abbiamo chiesto ‘lumi’ al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone:
“Tagli all’Assemblea regionale siciliana? Giuro che non ne so nulla. La cosa, comunque, mi sembra un po’ strana, perché, di solito, è l’Ars che approva il Bilancio della Regione e non la Regione che approva il Bilancio dell’Ars…”.
“Detto questo – aggiunge il presidente del Parlamento siciliano – credo che non si possa continuare con quest’andazzo, alimentando uno scontro tra istituzioni. Peraltro con iniziative estemporanee che non hanno alcun fondamento giuridico”.
Approfittiamo della cortesia del presidente dell’Ars per chiedergli se è a conoscenza delle indiscrezioni stando alle quali il Governo Crocetta, in cambio degli sbandierati 518 milioni di euro che Roma dovrebbe riconoscere alla Sicilia, avrebbe rinunciato a tutto o a parte del contenzioso finanziario tra Stato e Regione.
“Io mi devo attenere ai fatti e non alle indiscrezioni – ci risponde il presidente dell’Ars -. Posso solo dire che la materia relativa al contenzioso finanziario tra Stato e Regione è molto complessa. Auspico che il presidente della Regione dia sostegno alla battaglia politica e culturale sull’articolo 36 dello Statuto, secondo comma: ovvero sulla possibilità, per la Sicilia, di mantenere le imposte di produzione”.
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