Arcigay incontra gli studenti catanesi Contro il bullismo di stampo omotransfobico

Una serie di incontri nelle scuole medie superiori etnee con lo scopo di creare un confronto che abbatta stereotipi e preconcetti su trans e omosessuali e allo stesso tempo rappresenti un mezzo di contrasto e prevenzione del bullismo di stampo omotransfobico. È quanto stanno organizzando i vari comitati territoriali dell’associazione Arcigay con gli istituti superiori. Catania non fa eccezione. L’iniziativa è infatti di stampo nazionale e nasce come momento di educazione e confronto sulle identità sessuali all’interno del progetto di Arcigay, Schoolmates, finanziato dalla commissione europea nel quadro del programma Daphne II. Si tratta di una ricerca condotta in alcune scuole superiori di Austria, Italia, Polonia e Spagna da cui emerge un’elevata frequenza di insulti omofobici rivolti a maschi, un basso intervento da parte di chi assiste e una relazione inversamente proporzionale tra l’aumentare del livello di omofobia subìto e la diminuzione del rendimento scolastico, nonché un calo di attenzione e di concentrazione e una generale disaffezione verso il sistema scolastico.

«Attraverso un documentario in cui i protagonisti sono coetanei di chi ascolta e momenti di dibattito – dichiara Alessandro Motta, presidente di Arcigay Catania – affrontiamo un tema importantissimo spesso velato da ignoranza o credenze religiose». Una iniziativa già proposta l’anno scorso in alcune scuole cittadine come il De Felice, ma che non era organizzata in modo organico come si vorrebbe fare adesso. Dall’associazione catanese di gay, lesbiche e transessuali sono partiti i primi contatti con docenti e presidi degli istituti. Percorsa sia una via formale con email finalizzate a spiegare il progetto, sia una informale tramite contatti personali. È passata circa una settimana, ma ad oggi nessun istituto ha risposto formalmente. «Siamo fiduciosi però  – dice Motta – perché i feedback ricevuti informalmente sono tutti positivi, il tema è decisamente importante e siamo forti dell’esperienza dello scorso anno. Io ci tengo particolarmente poi – continua – e se non rispondono, andrò a consegnare il progetto personalmente».

Già l’anno scorso infatti le classi quarte e quinte del’istituto tecnico commerciale De Felice hanno avuto questa esperienza. Un momento in cui i ragazzi, grazie all’anonimato, hanno potuto porre domande e soddisfare curiosità. «Un incontro fantastico – spiega Alessandro Motta – che ci ha aiutato a fare un passo avanti nella conoscenza degli altri». Due gli argomenti più scottanti: il primo identitario, l’altro religioso. «Purtroppo qualcuno pensa che gli omosessuali sono dei vampiri che si aggirano la notte e non persone che conducono una vita qualunque – aggiunge Motta – e poi c’è la pretesa diffusa dei religiosi di regolare il mondo secondo le loro credenze con cui bisogna fare i conti».

desireemiranda

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