Giuseppe Marsala, Matteo Di Gesù, Erasmo Palazzotto, Roberto Alajmo, Barbara Evola, Salvo Lipari, Beatrice Monroy, Emma Dante, Claudio Collovà, Giusto Catania, Luigi Carollo, Aldo Schiavello, Massimo Milani, Giuseppe Di Lello, Giuseppe Barbera, Corradino Mineo, Davide Enia, Andrea Inzerillo, Francesco Forgione. Sono solo i primi di una lunga lista che in pochissime ore ha raccolto numerose adesioni del mondo della cultura, dell’università e della politica e che ripercorre la vicenda di Luca Casarini, condannato ad una pena di 3 mesi per aver, nel 2003, occupato un immobile sfitto da anni attuando un progetto di autorecupero.
E’ la risposta di Palermo, città in cui Casarini vive e lavora dal 2012, dopo il non accoglimento, nei giorni scorsi, della richiesta di scontare la pena con l’affidamento ai servizi sociali in un progetto a favore dei migranti con la comunità della Chiesa Valdese di Palermo. «Non possiamo per Luca e per tutti gli altri, accettare questa criminalizzazione dell’azione politica. – si legge nella nota che accompagna le firme – Organizzarsi a partire dai bisogni sociali e lottare per cambiare la società e ridurne le disuguaglianze è una azione politica, un fatto collettivo e di massa e non ha niente a che fare e spartire con la sopraffazione della criminalità, organizzata e non. Luca ce lo ricorda ogni giorno con le sue scelte e le sue azioni e per questo non accettiamo che venga imbavagliato».
Contestualmente è partito l’invito per il sit-in che si svolgerà domani, mercoledì 15 giugno, promosso da familiari, compagni e amici di Luca Casarini in Piazza della Memoria, presso il Tribunale di Palermo, con inizio alle ore 9. «In questi anni abbiamo incontrato Luca nei cortei No Mous a Niscemi, l’abbiamo visto in un teatro cittadino seduto accanto al futuro primo ministro Tsipras, – continua la nota – l’abbiamo sentito discutere libri sulla disobbedienza civile in posti occupati con professori universitari, interloquire con Maurizio Landini sulle nuove forme del lavoro cognitivo e precario al cinema De Seta all’interno del movimento I Cantieri che vogliamo, sostenere l’esperienza della “Casa di tutte le genti”, un progetto di asilo per le donne migranti, e tante altre cose ancora, impossibili da elencare tutte».
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