«Chi nega la Resistenza non può governare». Le parole nette di Ottavio Terranova, il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, scuotono la platea giunta a piazza Verdi. Sulle scalinate del teatro Massimo il tradizionale discorso che chiude il corteo che ricorda la liberazione dal nazifascismo punta il dito contro Matteo Salvini, l’aspirante premier e leader della Lega Nord che anche quest’anno ha fatto sapere di voler disertare le commemorazioni del 25 aprile perchè, a suo dire, la ricorrenza «si è tinta un po’ troppo di rosso», mentre dovrebbe tornare a essere «la festa di tutti».
Durante il corteo, che ha attraversato via Libertà dai Giardini Inglesi fino appunto al teatro Massimo, Salvini e’ stato ‘evocato’ anche dai centri sociali che hanno sfilato dietro la scritta rossa su telo giallo “Liberamunni”. Cori netti come “Salvini pezzo di merda” e “Lega via dalla Sicilia”, proprio nella regione che alle ultime Politiche ha regalato al partito risultati lusinghieri e di cui Salvini ha fatto vanto.
Gli applausi più convinti al discorso di Terranova sono però arrivati su un altro punto, ovvero quando il presidente Anpi ha ribadito la necessità che «la guerra in Siria non dovrà essere fatta con l’ausilio delle basi militari americane in Sicilia». Ad aprire il corteo lo striscione Anpi “Partigiani della Costituzione. Per essere liberi da fascismo, mafia e corruzione”, sorretto a turno da esponenti partigiani, dal sindaco Orlando, da studenti e anche da Vincenzo Agostino, il papà del poliziotto Nino, ucciso assieme alla moglie incinta Ida Castelluccio il 5 agosto 1989, che con la sua lunga barba bianca (mai tagliata dal giorno dell’uccisione del figlio) continua a chiedere giustizia e verità. Dietro, le bandiere della Cgil, di Potere al Popolo, delle associazioni antirazziste e dell’Arci, dei No Muos, della rete Studenti Palermo, gli anarchici, centri sociali e gli antispecisti.
Mentre l’Arci Porco Rosso ricorda in un post su Facebook Peppe Schiera, forse il più celebre dei poeti di strada palermitani e al quale recentemente il Teatro Biondo ha dedicato uno spettacolo interpretato da Salvo Piparo: «Questo 25 aprile vogliamo ricordare Giuseppe Schiera, poeta di strada, antifascista ed antiautoritarista, morto sotto le bombe nel ’43 a Ballarò, dove ha sempre vissuto. Restano i suoi versi, liberi come lui. “U Duci ci cunnuci contra ‘u palu di la luci”».
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