Angelino Alfano e Gianfranco Miccichè: questa sera si recita a soggetto

NON VORREMMO SBAGLIARCI, MA A NOI QUESTA ‘RIBELLIONE’ CONTRO BERLUSCONI DA PARTE DI QUATTRO MINISTRI DEL PDL CI SEMBRA UNA SCENEGGIATA. ANCHE PERCHE’ NON RIUSCIAMO A CAPIRE CON QUALI VOTI – E N QUALE PARTITO – I QUATTRO MINISTRI DOVREBBERO RIENTRARE IN PARLAMENTO SE DOVESSERO ‘SPATTARE’ CON IL CAVALIERE

In un Paese che si è consegnato mani e piedi all’Unione Europea della Germania di Angela Merkel e della sua cricca monetarista, che oltre a imporci il pagamento delle ‘rate’ del Fiscal Compact (50 miliardi all’anno per vent’anni: trattato internazionale folle che poteva essere firmato dal Governo Monti-Bilderberg e da un Parlamento nazionale di ‘nominati’ grazi al Porcellum), adesso ci impone anche come e quando approvare il Bilancio del nostro Paese (Two Pack, altro trattato internazionale poco ‘gettonato’ dai ‘grandi’ giornali italiani che, non a caso, vendono sempre meno copie), non è facile capire che cosa sta succedendo.

La sensazione è che, più che informare la gente, si tenti di condizionare la politica. Nel Pdl, per esempio, viene definito “clamoroso” il cambio di posizione viene del segretario nazionale di questo Partito, Angelino Alfano.

Il quale, con un messaggio su Facebook, si dissocia dallo strappo deciso ad Arcore da Silvio Berlusconi, che ha chiesto ai ministri di lasciare il Governo senza consultarli. La stessa posizione avrebbero assunto i ministri Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin e Gaetano Quagliariello, tutti del Pdl. Basta, questo, per pensare che Alfano, Lupi, Lorenzin e Quagliarello sarebbero disposti a restare nel Governo Letta contro Berlusconi? Per poi scomparire per sempre dall’agone politico?

“Sono berlusconiano e leale – scrive Alfano -. Però la lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà”.

Lo ribadiamo: a noi sembra difficile che queste dichiarazioni preludano a un addio di questi quattro ministri a Berlusconi. A nostro avviso potrebbe trattarsi di un gioco delle parti concordato con lo stesso Cavaliere.

Sulle vicenda si è gettato come un falco il sottosegretario, Gianfranco Miccichè, che però negli ultimi diciotto mesi non ha dimostrato grande lucidità politica. “Non comprendo – dice Miccichè – l’appello ‘ad una buona e giusta battaglia’ di Maurizio Lupi rivolto ad Angelino Alfano. Forse entrambi, Lupi e Alfano, non ritengono ‘buona e giusta’ la decisione presa da Silvio Berlusconi di ritirare il sostegno ad un Governo di Tasse & Manette? I moderati, i liberali, i garantisti, la maggioranza dei cittadini italiani che vota Berlusconi e Forza Italia, aspettano tutti una risposta. Alfano e Lupi si mettano finalmente in gioco per la battaglia buona giusta di Berlusconi”.

Qualche ora dopo Miccichè tira un’altra staffilata ad Alfano, con il quale non è più in sintonia da almeno dieci anni: “Se lealtà è sedere allo stesso tavolo di coloro che complottano per avere lo scalpo del tuo leader, allora mi spiace, Angelino, ma non hai compreso cosa sia la lealtà. Lealtà è fiducia incondizionata, nonché frutto di riconoscimento. Ciò che chiami ‘estremismo’ non è altro che il gesto più leale, riconoscente e intellettualmente onesto che un eletto del Popolo della Libertà possa compiere. Angelino, sii riconoscente almeno a Berlusconi per tutto ciò che oggi sei diventato e non ostacolare, quindi, la costruzione di quel sogno chiamato Forza Italia”.

Insomma, a giudicare da quello che scrive Miccichè, Alfano trescherebbe contro Berlusconi. Chiediamo a Miccichè: che cosa ci guadagnerebbe?

 

Redazione

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