«I lavori per l’anello ferroviario procedono regolarmente. Anche se alcune aree di cantiere sono state recintate da noi, ci sono attività che non dipendono da noi ma dal Genio militare di Napoli». Il giorno dopo la dura nota del vicesindaco di Palermo e assessore ai Lavori Pubblici, Emilio Arcuri, sui presunti ritardi da parte della Tecnis nella realizzazione dell’anello ferroviario di Palermo, il direttore centrale della sezione «Produzione Italia» dell’impresa catanese, l’ingegnere Antonio Mazzola, replica alle critiche dell’amministrazione comunale.
Ieri Arcuri ha inviato una nota a Rfi, che dell’opera è stazione appaltante, lamentando «la totale assenza di maestranze e mezzi nelle aree di cantiere, debitamente ma inutilmente occupate e recintate, nonostante le prime e costanti rassicurazioni in ordine all’andamento dei lavori”, in particolare in via Emerico Amari, dove i commercianti hanno protestato aspramente adducendo un calo delle vendite del 70% per colpa dei cantieri. “Si invita la stazione appaltante – incalza il vicesindaco nella sua nota – a rendicontare tempestivamente sull’attuale stato dei lavori nonché su tutte le procedure adottate e le iniziative intraprese nei confronti dell’appaltatore per tutte le contestazioni del caso».
Arcuri avverte la Tecnis che in futuro eventuali richieste di risarcimento «avanzate dai cittadini e correlate a ingiustificati ritardi nei lavori, non potranno che essere addebitate all’appaltatore». Inoltre, d’ora in poi «qualsiasi richiesta di occupazione del suolo pubblico passerà al vaglio anche dall’ufficio Infrastrutture (e non solo dall’Ufficio Traffico, nda) per la verifica delle reali esigenze operative di cantiere».
Anche dal Consiglio sono piovute critiche sullo stato dei cantieri. «Finalmente il vicesindaco Arcuri ha accolto le numerose lamentele che provengono dai cittadini e in particolare dalle attività commerciali insistenti su via Emerico Amari – ha detto in un comunicato il presidente della commissione Attività produttive, Paolo Caracausi di Idv -. Da quando il cantiere è partito i lavori vanno a rilento, con la presenza di pochi addetti che operano a ritmi ridotti dopo aver recintato tutte le attività esistenti che stanno accusando un calo nelle vendite di oltre il 70%. Ci auguriamo che l’intervento dell’amministrazione attiva possa comportare un’inversione di tendenza e che i lavori, se devono essere eseguiti, possano procedere più celermente, limitando i danni ai commercianti e all’intera città».
«Stiamo aspettando dal genio militare di Napoli il nulla osta per poter lavorare in quelle aree – risponde Mazzola -. In Italia la bonifica degli ordigni bellici viene eseguita da due sezioni. Quella del Sud ha sede a Napoli. Il sopralluogo del Genio di Napoli è stato eseguito alcune settimane fa ed è stato appurato che non ci sono ordigni bellici. Per quanto sappiamo, tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima il Genio di Napoli dovrebbe rilasciare l’autorizzazione definitiva». Non è un mistero che in via Amari la Tecnis avrebbe preferito, per procedere più speditamente, la chiusura dell’intera corsia piuttosto che quella per isolati, decisa in un secondo momento da Palazzo delle Aquile per alleviare i disagi del traffico.
In un’altra area di cantiere dell’anello ferroviario, quella del porto, i lavori procedono più speditamente: «Stiamo lavorando in una zona poco visibile per i cittadini, nel parco lamiere all’interno dei Cantieri Navali. In quella zona stiamo già procedendo allo spostamento dei sottoservizi e alla demolizione dell’asfalto, poi toccherà all’installazione dei pali», spiega Mazzola. A Palermo la Tecnis ha ottenuto l’appalto di un’altra grande opera, il collettore fognario: «Avevamo iniziato gli scavi in via Ai Fossi ma sono state ritrovate ossa umane e ci siamo dovuti fermare. La Questura sta verificando se si tratta di ossa recenti o antiche, dopodichè proseguiremo anche lì».
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