Anello ferroviario, da oggi chiude una parte di via Crispi Doppio senso di marcia: scatta la protesta dei residenti

Ore 8, inizia l’ennesima rivoluzione del traffico in zona porto con la chiusura di un tratto di via Crispi per l’esecuzione di lavori collegati alla realizzazione del primo stralcio per la chiusura dell’anello ferroviario. Si tratta dello spostamento di alcuni sotto-servizi, compreso un cavo dell’alta tensione della Terna, fase che dovrebbe chiudersi in 4 mesi, entro fine dicembre. Nello specifico, da stamattina gli operai della Tecnis – con la collaborazione di diverse pattuglie dei vigili urbani – hanno apposto la segnaletica orizzontale gialla per indicare il doppio senso di circolazione nella corsia lato mare nel tratto della strada compreso tra via Rosario Gerbasi e via Emerico Amari, con conseguenze anche per l’inversione di marcia.

Chi proviene da piazza della Pace, giunto all’altezza di via Gerbasi (di fronte al varco portuale del molo Santa Lucia) se deve recarsi verso via Mariano Stabile o piazza XIII vittime dovrà immettersi – tramite il varco – nella carreggiata lato mare, dove è stata apposta la doppia striscia gialla continua (in seguito varrà messo anche un cordolo giallo, tipo quello delle corsie per i bus) per consentire il doppio senso di circolazione fino alla via Amari. Qui si potrà utilizzare il varco per ritornare nella parte lato monte, escludendo – almeno per il momento – la ipotesi precedente di realizzarne uno ad hoc all’altezza di via Principe di Belmonte. E se si deve entrare al Porto si dovrà allungare fino a piazza XIII vittime, dove potrà fare inversione di marcia.

Nessun problema invece per chi – sempre proveniente da piazza della Pace – deve andare verso piazza Sturzo o il Politeama, dato che potrà proseguire liberamente lungo la carreggiata lato monte con obbligo di svolta a destra in via Benedetto Gravina (presumibilmente verrà messa una transenna trasversale all’asse di via Crispi all’altezza della Camera di Commercio). Per non ingolfare ulteriormente il traffico è stata imposta la svolta a destra per chi esce dall’ingresso portuale di via Amari, è stata inibita l’inversione di marcia nel varco all’altezza di via dello Speziale, ed è stato anche arretrato l’attraversamento pedonale in corrispondenza di via Amari, traslandolo di circa 50 metri in direzione di piazza della Pace, previa pulizia dello spartitraffico da parte della Reset.

È stata anche modificata la segnaletica verticale, con il divieto di sosta su entrambi i lati del tratto di via Crispi interessato dal doppio senso di marcia (multe e rimozione vetture decorreranno tra 48 ore, cioè da mercoledì mattina) e per i prossimi giorni saranno presenti pattuglie di vigili urbani ai due estremi del nuovo cantiere per regolare il traffico, soprattutto in previsione dei probabili ingorghi legati ai controlli antiterrorismo per chi deve imbarcarsi nelle navi dirette a Napoli, Genova, e altre destinazioni.

In realtà i primi a muoversi stamattina non sono stati gli operai, ma alcuni appartenenti al comitato Amari Cantieri, che dalle 5 del mattino hanno presidiato l’accesso del vecchio cantiere di via Amari (quello che interessa la via nel tratto Crispi-Scordia) per monitorare l’andamento e chiedere alcune spiegazioni. Infatti commercianti e residenti della zona lamentano da tempo l’eccessiva lentezza del cantiere e postano in tempo reale su internet foto e video relative a piccoli e grandi problemi legati ai lavori nella strada interdetta. 

Oggi hanno pure indossato cartelli che riprendono i manifesti affissi da qualche giorno lungo tutta la barriera antirumore di via Amari, intitolati Tranello ferroviario. Ce l’hanno con l’azienda, ma anche col Comune che – a dir loro – concede nuove aree alla Tecnis senza che prima venga completato il lavoro nelle aree di cantiere già aperte, «allo scopo – spiega il comitato – di poter rivendicare l’incasso di nuovi Sal (stato avanzamento lavori)». Inoltre, sostengono che i lavori in via Crispi non potevano iniziare oggi perché la apposita segnaletica non sarebbe stata affissa con l’anticipo di 48 ore stabilito dalla legge

Massimo Gucciardo

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