«A giorni io e tu scriveremo la storia in Sicilia». Firmato: Andrea Zeta, cantante neomelodico, arrestato stamattina in un’inchiesta antimafia che s’ispira al suo nome d’arte. Destinatario: Riccardo La Spina, consigliere comunale di Misterbianco, gestore di un chiosco a Montepalma, organizzatore del concerto evento dell’1 marzo 2019 al teatro Metropolitan di Catania, e padre di Fabio La Spina, destinatario anche lui di un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta Zeta. Sono i contorni dell’ennesima dimostrazione di vicinanza tra presunti esponenti della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano di Catania e alcuni uomini politici misterbianchesi. Così il blitz di stamattina sfiora anche un attuale consigliere comunale, legato al deputato regionale del Partito democratico Luca Sammartino. Alle ultime elezioni comunali, La Spina fa incetta di consensi in tandem con Anna Pestoni, sua nipote, poi eletta presidente del Consiglio.
Il profilo Facebook di Riccardo La Spina è una bacheca quasi interamente dedicata alla collaborazione con Andrea Zeta: a partire dalla vendita dei biglietti per lo show – andato sold out in pochissimo tempo – al teatro Metropolitan di Catania. «Consegne a domicilio», recita la locandina. E quando tutti i ticket disponibili si esauriscono è davanti al chiosco La Spina di via Ferrara, a Misterbianco, che vengono fatti i festeggiamenti: annuncio in diretta Facebook, come di rito, e bottiglia di spumante stappata in mezzo alla strada, tra gli abbracci e i baci. Nel gruppo ci sono tutti: l’artista, i colleghi e i due organizzatori: Riccardo e Fabio La Spina, appunto.
Secondo gli investigatori, che oggi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, Filippo Zuccaro (al secolo Andrea Zeta) sarebbe stato al vertice di un sistema che viveva di mafia, estorsioni, usura e intestazione fittizia di beni. Assieme a lui il padre, il sanguinario Maurizio Zuccaro, detenuto da anni nel carcere di Milano Opera, e il fratello Rosario, già coinvolto nell’operazione Piramidi del 2017. Agli arresti domiciliari è finita anche la madre dei due giovani, Graziella Acciarito, moglie di Maurizio. Una «#zetamania», sarebbe la definizione usata sui social network.
Che il rapporto tra il consigliere La Spina e il rampollo Zuccaro risalgano indietro nel tempo, inoltre, è dimostrato non solo dal concerto al Metropolitan. Sono gli eventi misterbianchesi a restituire l’immagine di un legame consacrato da abbracci, manifestazioni d’affetto e foto insieme. «Il consigliere Riccardo La Spina, con il patrocinio del Comune di Misterbianco, organizza il concerto di Andrea Zeta presso il chiosco La Spina di via Ferrara», si legge nella locandina di un evento dell’8 settembre 2018. Il seguito di un altro grande evento, datato stavolta 28 luglio 2016, sempre nella stessa zona. Sul manifesto destinato ai fan, Riccardo La Spina è il «delegato del sindaco per le frazioni» e anche quell’appuntamento, come quello di otto mesi fa, vanterebbe il patrocinio del municipio di Misterbianco. «Noi non abbiamo patrocinato mai nessun concerto di Andrea Zeta – smentisce il sindaco Nino Di Guardo – Capace che lui (il consigliere La Spina, ndr) ci ha scritto così, ma noi soldi non ne diamo a nessuno e io non ho autorizzato nulla e, comunque, non lo ricordo».
«Io non so niente», dichiara a MeridioNews Riccardo La Spina, raggiunto al telefono. «Certo che conosco Andrea Zeta – continua – Ci sono stati anche tanti altri cantanti in concerto al chiosco, quello che la gente vuole». Ma con il patrocinio del Comune? «Perché vuole saperlo? – domanda – Se c’è scritto vuol dire che c’era», garantisce. «Io Andrea Zeta lo conosco come artista, come tutti i fan d’Italia. Non è che ci cammino con lui». Sapeva, però, di quale famiglia è parte? «Non mi sento di rispondere. Non abbiamo nemmeno l’avvocato, non siamo abituati a queste cose». Dal canto suo, il primo cittadino misterbianchese Nino Di Guardo si dice «dispiaciuto». «Certo che ho saputo che hanno arrestato il figlio di La Spina – sostiene – L’altra volta hanno arrestato il padre di Matteo Renzi, io che potevo fare?». Per questo motivo non intende chiedere a La Spina un passo indietro: «Siamo in un Paese civile, non siamo in una tribù – arringa – Le responsabilità sono personali. Se mio fratello commette un omicidio o ruba, io che devo fare? Me ne rammarico, ma non c’entro».
«Sono fatti che non riguardano l’amministrazione». Un’affermazione simile a quella rilasciata appena qualche mese fa, quando a essere implicato in un’inchiesta antimafia della procura di Catania è stato il suo ex vicesindaco sammartiniano, Carmelo Santapaola, accusato di intestazione fittizia di beni e di associazione a delinquere con l’aggravante di avere favorito Cosa nostra nell’agevolare la famiglia a inserirsi nel sistema delle scommesse online. «Ma che c’entra? Anche quella è una cosa personale. Il Comune non c’entra neanche lontanamente». Sebbene la squadra di calcio sequestrata dalla guardia di finanza nell’ambito di quell’inchiesta sia stata presentata proprio all’interno del municipio, alla presenza dell’attuale assessore allo Sport e dell’attuale vicesindaco. E, prima di riattaccare, conclude: «Lei si deve augurare che tutta l’Italia fosse organizzata come Misterbianco». Addirittura. «Certo».
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