Ancora mistero sulla morte di Mario Querulo Non si esclude la corsa clandestina di cavalli

Un incidente mortale in una strada spesso utilizzata per le corse clandestine di cavalli. È quello avvenuto all’alba di domenica lungo la provinciale 104, vicino alla stazione di contrada Passo Martino, nel Lentinese. Padre e figlio sarebbero finiti a terra mentre erano a bordo di uno scooter Honda Sh 300. Che però non è stato ancora ritrovato. Sull’asfalto sono rimasti frammenti di carrozzeria e alcuni segni che, secondo i vigili urbani etnei, escludono la possibilità di uno schianto autonomo. Rimane così avvolta nel mistero la morte del 53enne Mario Querulo. L’uomo è arrivato al pronto soccorso del centrale ospedale Vittorio Emanuele insieme al figlio Giovanni, entrambi accompagnati da una persona. Non si sa se un conoscente o un passante.

Ma a non convincere gli inquirenti sarebbe innanzitutto la reticenza da parte dei familiari nel fornire indicazioni utili alla ricostruzione del fatto. In un primo momento il giovane Querulo avrebbe indicato ai vigili la scena dell’impatto sbagliata. Successivamente, durante un secondo interrogatorio nel pomeriggio, ha deciso di parlare con gli agenti della squadra mobile. Ai quali ha indicato il tratto dove poi, in serata, la polizia stradale ha recuperato alcune tracce.

Sono gli stessi inquirenti a non escludere che l’incidente sia legato a una corsa clandestina di cavalli, nonostante la polizia municipale spieghi a MeridioNews di «non avere riscontri in merito». Giovanni, che ha riportato diverse escoriazioni e un trauma al ginocchio, è un appassionato del mondo equino. Sulla sua pagina Facebook diverse fotografie lo ritraggono mentre corre sul calesse. In una di queste, datata 21 aprile, compare proprio nella stessa strada in cui ieri ha trovato la morte il padre.

La famiglia Querulo era finita al centro della cronaca nell’aprile del 1998. Durante un agguato di mafia il piccolo Nico, fratello di Giovanni e figlio di Mario, venne colpito accidentalmente all’occhio da un proiettile vagante. I killer dovevano ammazzare Angelo Castorina e Orazio Signorelli, colpevoli di non aver consegnato ai capi i soldi delle estorsioni. I due si trovavano a San Cristoforo, quartiere dove vive la famiglia Querulo, quando vennero esplosi alcuni colpi di pistola. Il bambino, che stava portando un pony a bere, venne ferito gravemente agli occhi restando cieco.

Mattia S. Gangi

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